Cieli, stelle, deitadi, or chi distempra in colori l'aurora, onde di donna, che cieli stelle e deità pareggia, le glorie, il bello e i nobili sembianti con canoro pennello, con pennelli di penne io pinga e canti? Vago crine, che ruine porti all'alme, che più stami di legami ordisc'ai cori, sia poco al paragon de' suoi tesori. Occhi vaghi, mai non paghi Di ferire che zaffiri Con bei giri d'alte tempre, siansi piccioli cieli et ardan sempre. Vago neo sulla sinistra guancia poi si raffigura, onde pose dopo fatto volto candido et intatto in un bello oltre misura punto fermo la natura. Delle labra e della bocca che fan scorno agl'eritrei dir vorrei, ma chi dir può? Io non so quai più sian belle in effetto, o le perle ch'ha in bocca o quelle in petto. Lusinghiere catene, adorabili orgogli, placidissimi sdegni, onesti sguardi, soavissime fiamme e care morti in ogn'atto riserba: il tratto è maestoso il passo è imperioso che su troni di regni e in un d'ardori può premer l'alme e calpestarre i cori. Ma del senno e della destra chi dirà lode che baste, dotto l'un, l'altra in palestra, carte verga e stringe l'aste. Così può, così vale in pace e in guerra una SOFIA per due Minerve in terra! Ma dove spieghi il volo, se d'aquila non sei, penna inesperta? Serban sì con più vivi alti colori più delle carte il suo ritratto i cori.
Arie
Song Cycle by Barbara Strozzi (1619 - 1677)
Translated to:
French (Français) — Arias (Guy Laffaille)
Consacrate ALL' ALTEZZA SERENISSIMA DI MADAMA SOFIA Duchessa di Bransvich, e Luneburg, nata Principessa Elettorale Palatina. Opera Ottava. IN VENETIA MDCLXIIII. Apresso Francesco Magni dello Gardano ~ MADAMA SERENISSIMA ~ Vola per tutta Europa con tanto applauso sovra l’ali dell’immortalità il nome Serenissimo di V A [Vostra Altezza], che per publicarlo maggiormente non ha più Trombe la Fama, ne più voci la Gloria: onde non più stupore, s’anco un ingegno di Nottola a tanto nome si scuota, già che à V A, che è ammirata per la Pallade dell’Universo, non desdirà, come tale il vederselo à piedi. La maraviglia dopo, che hebbe fortuna di conoscere l'A V, più non si partì dall'Auguste soglie d'Hanovure, e giurò ch'in una Sola SOFIA stava accolto quanto d'Heroico, di maestoso, e di vago vidde né trascorsi, e né presenti secoli il mondo. Ecco dunque, che tratta dalle singolari Virtù di V A. ardisco di consecrare al suo Regal Genio queste musiche Note, proprie, anzi dovute al Nume del suo gran merito, che dando ricovero ne suoi Regii Alberghi alle muse fà sentire alle Sirene dell'Adria le voci de più esquisiti Cantanti; godendo, che sì come gl'Atavi Suoi Gloriosi hanno sotto il Britannico, e Teutonico Cielo fatte germogliare le palme, e le Corone, così hora si rimirino circondate altre si à V A le choime d'Allori. Aggradisca humilmente la supplico questa humile mia oblatione, degnandola dell'aspetto favorevole della Sua Serenissima gratia, pregando il Cielo à guardare lungamente l'A V per esemplare, e Idea delle Prencipesse, e Regine Di V A Serenissima Humilis, Devot. & osseq. serva Barbara Strozzi
1. Cieli, stelle, deitade, or chi distempra  [sung text checked 1 time]
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- by Giuseppe Artale (1628 - 1679)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Cieux, étoiles, divinités, qui colorient", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
2. E giungerà pur mai  [sung text checked 1 time]
È giungerà pur mai alle linea crudele de miei lunghi tormenti il punto (ò forse) fatte son senza fine figlie d'eternità le mie ruine terminerà mai d'agitarmi il destino d'affligermi la sorte nò, nò, nò, nò che solde miei guai fine è la morte. Troppo Barbara è crudele è la stella che tirannami con danna a rei martiri son tributi di ciel pianti e sospiri son troppo severe le luci beate son troppo guerriere due ciglio in arcate ond'io ferite (ahì lasso) senza speranza di salute (Oh Dio) bersaglio a doppio telo son morto in vita e disperato in cielo. Ah sì, deh vieni ò morte à consolar mia vita chiuderò gl'occhi al fine in sempiterna notte à dispetto del ciel d'amore a scorno. Se dico che deliro chiamo la notte è m'ha ferito il giorno. Sì, sì, vieni o mio bel dì mentre amando avampo e moro che crudel così anco Barbara t'adoro. Così folle d'amore parlava nò ma delirava un core quando per trarlo il cielo da Barbara prigione consigliolo à partire. Che non si vince Amor che col fuggire.
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- by Giuseppe Artale (1628 - 1679)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Elle ne parviendra jamais", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
3. Hor che Apollo è à Theti in seno  [sung text checked 1 time]
Hor che Apollo è à Theti in seno E il mio sol stà in grembo al sonno Hor ch'à lui pensand'io peno Ne posar gl'occhi miei ponno. A questo albergo per sfogar il duolo Vengo piangente innamorato e solo. Sì, sì, Filli, questo core Che per Amor si more, A' te vien supplicante De tuoi bei lumi amante. Mira al piè tante catene Lucidissima mia stella E se duolti ch'io stia in pene Sì men cruda ò pur men bella. Se men cruda pietade havrò Del mio servir saprò che m'ami E se men bella io frangerò I legami. Vedi al core quante spine tu mi dai vermiglia rosa, E se sdegni mie rovine Sì men fiera ò men vezzosa. Mà isfogatevi, Sprigionatevi, Miei sospir, S'io già comprendo Che di me ride Filli, Anco dormendo. Ride de miei lamenti certo, questa crudele E sprezza i prieghi miei le mie querele. Deggio perciò partir senza conforto Se vivo non mi vuoi, mi vedrai morto. Mentre altrove il piè s'invia, Io ti lascio in dolce oblio. Parto, Filli, parto anima mia, Questo sia l'ultimo à Dio.
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- by Anonymous / Unidentified Author
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Maintenant qu'Apollon est sur le sein de Thétis", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
4. L'Astratto  [sung text checked 1 time]
Voglio sì, vo' cantar: forse cantando trovar pace potessi al mio tormento! Ha d'opprimere il duol forza il concento. Sì, sì, pensiero, aspetta: a sonar cominciamo e a nostro senso una canzon troviamo. "Ebbi il core legato un dì d'un bel crin..." La strac[c]erei: subito ch'apro un foglio sento che mi raccorda il mio cordoglio. "Fuggia la notte e['l] sol spiegava intorno..." Eh, si confondon qui la nott' e'l giorno! "Volate, o Furie, e conducete un miserabile al foco eterno..." Ma che fo nell'inferno? "Al tuo ciel, vago desio spiega l'ale e vanne..." Affé che quel che ti compose poco sapea dell'amoroso strale! Desiderio d'amante in ciel non sale. "Goderò sotto la luna..." Or questa sì ch'è peggio! Sa il destin degl'amanti -- e vuol fortuna. Misero! I guai m'han da me stesso astratto, e cercando un soggetto per volerlo dir sol cento n'ho detto. Chi nei carcere d'un crine i desiri ha prigionieri, per sue crude aspre ruine nemmen suoi sono i pensieri. Chi ad un vago alto splendore die' fedel la libertà, schiavo alfin tutto d'amore nemmen sua la mente avrà. Quind'io, misero e stolto, non volendo cantar, cantato ho molto.
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- by Giuseppe Artale (1628 - 1679)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Le préoccupé", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
5. Aure giacche non posso  [sung text checked 1 time]
Aure giacche non posso dall' idol mio lontan dirgli il mio duolo con voi portate à volo nel sendi Lidio i miei sospiri ardenti. Ma non fermate o venti temo che le mie fiamme sten prino il vostro gelo è ch'infocato il cielo dall'ardor mio profondo partorir possa un novo incendio al mondo. Il mio cor che sta lontano dalla sfera del suo foco mai non posa e cerca invano trovar quest'in nessun loco. È follia che lontananza sani mai le piaghe al core se più cresce e più s'avvanza in me ogn'or l'aspro dolore. Per far più possenti suoi colpi cupido lontana l'infido la corda dall'arco. Cosi mentr'io varco altre onde altre arene lontan dal mio bene io provo nel core più acuti gli strali del nume d'amore. Tornatemi o catene al bel che mi legò amante fortunata all'or cantar potrò che lontananza vana fa nove piaghe al core e non le sana.
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- by Aurelio Aureli (flourished 1652-1708)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Brises, puisque je ne peux pas", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
6. Che si può fare  [sung text checked 1 time]
Che si può fare le stelle rubelle non hanno pietà che s'el cielo non da un influso di pace al mio penare che si può fare. Che si può dire da gl'astri disastri mi piovano ogn'or; che si può dire che le perfido amer un respiro di niega al mio martire che si può dire. Così va rio destin forte tiranna gl'innocenti con danna così l'oro più fido di costanza e di fè lasso convienelo raffini d'ogn'or fuoco di pene. Sì, sì, sì, sì penar deggio che darei sospiri deggio trarne i respiri. In aspri guai per eternarmi il ciel niega mia sorte al periodo vital punto di morte. Voi spirti dannati ne sete beati s'ogni eumenide ria sol' è intenta a crucciar l'anima mia. Se sono sparite le furie di Dite voi ne gl'elisi eterni i di trahete io coverò gl'inferni. Così avvien a chi tocca calcar l'orme d'un cieco alfin trabbocca.
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- by Gaudenzio Brunacci (1631 - 1667)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Que puis-je faire", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
7. Luci belle, deh, ditemi perchè  [sung text checked 1 time]
Luci belle, deh, ditemi perché sempre altere e dispietate vi mostrate non curando amor e fé. Formò Fallari tiranno contro i rei fiero istromento, pur alfin nell'empio inganno breve morte era il tormento. Io solo, ahi lasso, per più cruda sorte con perpetuo penar provo la morte. Or voi arbitre siate al mio dolore se nel regno d'amore più infelice amator vi sia di me. Là nel regno de' tormenti dolce suon d'ismaria cetra sin da' cerberi frementi pure alfin pietade impetra; io, fatto esempio a' sfortunati amanti, spargo invano sospir, accenti e pianti. Or dunque al mio pregar sorde e rubelle, ho da dir, crude stelle, che nel ciel di beltà pietà non v'è.
Authorship:
- by Gaudenzio Brunacci (1631 - 1667)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Beaux yeux, oh, dites-moi pourquoi", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
8. Non c'è più fede  [sung text checked 1 time]
Non c'e più fede, no no no, non c'è più fede. Come rea di tradimento, fu da amor posta al tormento e un rival morte gli diede. No no no, non c'è più fede. Vestitevi a bruno, pensieri dolenti! Di pianti e lamenti è il tempo opportuno; di doglie ciascuno, di pene e tormenti deh facciasi erede!
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- by Anonymous / Unidentified Author
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Ce n'est plus de la fidélité", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
9. E pazzo il mio core  [sung text checked 1 time]
È pazzo il mio core se ogn'hor delirante adora un sembiante ch'è tutto rigore è pazzo il mio core. S'adira sospira si lagna s'accora frenetica ogn'hora nel duolo delira. Ma s'egli sta in pene per chi lo disprezza e ben da catene e come tallo tien legato Amore. È pazzo il mio core. Hor ride hor s'uccide piangendo sua sorte hor brama la morte hor questa deride ma s'ei per quel volto si strugge nol fugge a fè ch'egli è stolto e come tal si crucia in fiero ardore. È pazzo il mio core.
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- by Anonymous / Unidentified Author
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Il est fou, mon cœur", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
10. Tu me ne puoi ben dire  [sung text checked 1 time]
Ardo ogn'hor mi struggo in pene idolatro le catene e adoro la cagion del mio morire. Tutto è ver ma vo servire. Tu me ne puoi ben dire. Senti Lilla inesorabile mostro di crudeltà com' io di fedeltà. Arma'l ciglio e scocca il guardo piaga'l sen da morte all'alma t'adorerò ne muterò con te fede o costanza se ben si strugge amor senza speranza. Tutto è ver ma vo servire. Tu me ne puoi ben dire.
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- by Anonymous / Unidentified Author
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Tu peux dire ce que tu veux", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
11. Ferma il piede  [sung text checked 1 time]
Ferma il piede o traditore. Non t'avvedi ch'a miei danni tess'inganni per traffiger il mio core. Ferma il piede o traditore. Ne gl'avori di quel seno sta la gioia del mio affetto se t'accosti in un baleno. Tu mi rubbi il cor dal petto dunque tropo m'offendi se qual Ape pretendi per mio mal. Di succhia il mio bel fiore. Ferma il piede. Ma se tenti quella bocca cerchi insieme il tuo perire poi ch'il ciel fulmini scoccha contro ogn'un, ch'usa tradire e più fieri gh'aventa contro ogni cor, che tenta d'ingannar chi è legato in man d'Amore. Ferma il piede.
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- by Anonymous / Unidentified Author
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Arrête ton pied", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
12. Donne belle  [sung text checked 1 time]
Donne belle e vanità il dire ch'il core al male d'amore rimedio non ha. Altri ha fede alla speranza altri al tempo i voti porge altri pure alfin s'accorge che non valla lontananza. Io ch'a prova il fè per pietà vel dirò il rimedio d'Amor: è l'incostanza e credetelo a me, che così sta. Donne belle. Non tormenta gelosia credeltà son crucia il seno siasi Adone, o sia Bireno mai dira la sorte è ria. Tal sempre in libertà alfin s'accorgerà che'l doresi d'Amore è una follia e credetelo a me, che così sta. Donne belle.
Authorship:
- by Gaudenzio Brunacci (1631 - 1667)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Belles dames", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission