È un riso gentile qual alba d'aprile che inebria e conquide le fibre del cuor! È un brivido arcano se porge la mano, e baldi si destano i sogni d'amor! Soavi misteri han gli occhi severi e par che dischiudan del cielo il confin; e l'anima oblìa per dolce malìa: al suon di sua voce, la vita, il destin! Pur belle cotanto ci passano accanto, ma è lei che il destino ci impone adorar! Chi folle d'amore la strinse sul cuore a lei sempre vinto dovrà ritornar! È l'ebbro vicino al nappo di vino. Se fugge lontano resister potrà. Se il nappo egli tocca, se il porta alla bocca, sin l'ultima goccia del nappo berrà!
Zazà
Opera by Ruggiero Leoncavallo (1857 - 1919)
È un riso gentile
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Buona Zazà del mio buon tempo ascolta
Buona Zazà del mio buon tempo ascolta: è il vecchio amico che ti parla al cuore: non è il geloso che domanda amore... ma l'uom che a la miseria un dì t'ha tolta! Per te sola son qui: per te m'increbbe di veder l'arte tua da te tradita! Hai avuto un capriccio!... e chi non l'ebbe? ma il capriccio è di un dì... lunga è la vita!...
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Dir che ci sono al mondo creature
Dir che ci sono al mondo creature nate fra gli agi e contro il mal protette, che a l'uom prescelto se ne vanno pure spose felici e madri benedette! E non son paghe! E ignorano i dolori di noi cresciute al freddo ed alla fame che stanche alfine di cotanti orrori cerchiamo scampo ne la vita infame! Noi siam le maledette! il nostro cuore alla speranza invano si aprirà: il mondo ci rifiuta anche l'amore!... Quanto dolor!... di me che addiverrà?
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Zazà, piccola zingara
Zazà, piccola zingara, schiava d'un folle amore, tu non sei giunta al termine ancor del tuo dolore! Quanto convien di lacrime che sul tuo volto scenda pria che il tuo solo ed umile pellegrinar riprenda! Tu lo credesti libero... or la speranza è spenta... Ora sei tu la libera, e il tuo dover rammenta! Ahi! del sognato idillio sparve l'incanto a un tratto! una manina d'angelo indietreggiar t'ha fatto!
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