Il girasole piega a occidente e già precipita il giorno nel suo occhio in rovina e l'aria dell'estate s'addensa e già curva le foglie e il fumo dei cantieri. S'allontana con scorrere secco di nubi e stridere di fulmini quest'ultimo gioco del cielo. Ancora, e da anni, cara, ci ferma il mutarsi degli alberi stretti dentro la cerchia dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno e sempre quel sole che se ne va con il filo del suo raggio affettuoso. Non ho più ricordi, non voglio ricordare; la memoria risale dalla morte, la vita è senza fine. Ogni giorno è nostro. Uno si fermerà per sempre, e tu con me, quando ci sembri tardi. Qui sull'argine del canale, i piedi in altalena, come di fanciulli, guardiamo l'acqua, i primi rami dentro il suo colore verde che s'oscura. E l'uomo che in silenzio s'avvicina non nasconde un coltello fra le mani, ma un fiore di geranio.
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Text Authorship:
- by Salvatore Quasimodo (1901 - 1968), "Quasi un madrigale" [author's text checked 1 time against a primary source]
Musical settings (art songs, Lieder, mélodies, (etc.), choral pieces, and other vocal works set to this text), listed by composer (not necessarily exhaustive):
- by Robert M. Greenberg (b. 1954), "Quasi un madrigale ", 1985 [ soprano and piano ], from Quasi un madrigale, no. 4 [sung text not yet checked]
Researcher for this text: Emily Ezust [Administrator]
This text was added to the website: 2021-11-11
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