Come serenamente i giusti spirano,
E alle anime loro sussurrano di andare,
mentre alcuni, fra i dolenti amici, dicono
"respira ancora" ed altri, invece, "muore",

Sciogliamoci così, senza fare rumore,
senza diluvi di lacrime, o tempestosi sospiri,
sarebbe le nostre gioie profanare
rivelare ai profani il nostro amore.

Il moto della terra reca danni e paure,
pondera l'uomo il fatto e cosa rappresenta
ma la trepidazione delle sfere,
anche se tanto più grande, sempre resta innocente.

Dei sublunari amanti l'ottusa voglia
-       La cui anima è il senso - l'assenza
Non ammette, perché questa la spoglia
Degli elementi stessi di cui ha sostanza.

Ma noi, grazie a un amore così fine
Da non saper noi stessi cosa sia,
con reciproca, certa, convinzione
non ci curiamo che occhi, labbra, mani, vadano via.

Le nostre due anime, perciò, che sono una,
se pure debbo andare, non patiscono,
una frattura, ma trovano espansione,
come oro battuto fino alla lama più fina.

Se esse sono due, lo sono pure
Come le rigide gambe gemelle del compasso;
e la tua anima che resta il piede fisso
si muove se lo fa l'altra, anche se non appare.

E se pure nel suo centro si mantiene,
Quando l'altra più lontano si sposta,
tutta si piega e attentamente  lo segue
e si fa dritta solo quando l'altra si accosta.

Così sei tu per me, che sono costretto
Come l'altra gamba a correre inclinato.
La tua fermezza rende il mio cerchio perfetto,
E mi fa terminare là dove ho cominciato.