(bieco in volto, esce in berretto da notte e veste da camera) Miei rampolli femminini, vi ripudio; mi vergogno! (ricusando di dar loro a baciar la mano) Un magnifico mio sogno mi veniste a sconcertar. (osservandole) (Come son mortificate! Degne figlie d'un barone!) (Clorinda e Tisbe ridono quando non le guarda) Via: silenzio, ed attenzione. State il sogno a meditar. Mi sognai fra il fosco, e il chiaro un bellissimo somaro; un somaro, ma solenne. Quando a un tratto, oh che portento! Su le spalle a cento a cento gli spuntarono le penne, ed in alto, fsct, volò! Ed in cima a un campanile come in trono si fermò. Si sentiano per di sotto le campane a sdindonar... Col cì cì, ciù ciù, di botto mi faceste risvegliar. Ma d'un sogno sì intralciato ecco il simbolo spiegato. La campana suona a festa? Allegrezza in casa è questa. Quelle penne? Siete voi. Quel gran volo? Plebe, addio. Resta l'asino di poi? Ma quell'asino son io; chi vi guarda vede chiaro che il somaro è il genitor. Fertilissima regina l'una e l'altra diverrà; ed il nonno una dozzina di nepoti abbraccerà. Un re piccolo di qua: un re bambolo di là, e la gloria mia sarà.
La Cenerentola
Opera by Gioacchino Antonio Rossini (1792 - 1868)
[No title] Matches base text
Language: Italian (Italiano)
Composition:
- Set to music by Gioacchino Antonio Rossini (1792 - 1868), no title, from opera La Cenerentola
Text Authorship:
- by Jacopo Ferretti (1784 - 1852), no title
Go to the general single-text view
Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor][No title] Matches base text
Language: Italian (Italiano)
Sia qualunque delle figlie che fra poco andrà sul trono, ah! non lasci in abbandono un magnifico papà. Già mi par che questo e quello, conficcandomi a un cantone e cavandosi il cappello, incominci: sor barone: alla figlia sua reale porterebbe un memoriale? Prende poi la cioccolata, e una doppia ben coniata faccia intanto scivolar. Io rispondo: eh sì, vedremo. Già è di peso? Parleremo, da palazzo può passar. Mi rivolto: e vezzosetta, tutta odori e tutta unguenti, mi s'inchina una scuffietta fra sospiri e complimenti: baroncino! Si ricordi quell'affare, e già m'intende; senza argento parla ai sordi. La manina alquanto stende, fa una piastra sdrucciolar. Io galante: occhietti bei! Ah! per voi che non farei! Io vi voglio contentar! Mi risveglio a mezzo giorno: suono appena il campanello, che mi vedo al letto intorno supplichevole drappello: questo cerca protezione; quello ha torto e vuol ragione; chi vorrebbe un impieguccio; chi una cattedra ed è un ciuccio; chi l'appalto delle spille, chi la pesca dell'anguille, ed intanto in ogni lato sarà zeppo e contornato di memorie e petizioni, di galline, di sturioni, di bottiglie, di broccati, di candele e marinati, di ciambelle e pasticcetti, di canditi e di confetti, di piastroni, di dobloni, di vaniglia e di caffè. Basta basta, non portate! Terminate, ve n'andate? Serro l'uscio a catenaccio. Importuni, seccatori, fuori fuori, via da me.
Composition:
- Set to music by Gioacchino Antonio Rossini (1792 - 1868), no title, from opera La Cenerentola
Text Authorship:
- by Jacopo Ferretti (1784 - 1852), no title
Go to the general single-text view
Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor][No title] Matches base text
Language: Italian (Italiano)
Sventurata! mi credea comandar seduta in trono. Son lasciata in abbandono senza un'ombra di pietà. Ma che serve! tanto fa: sono alfine giovinetta, capitar potrà il merlotto. Vo' pelarlo in fretta in fretta, e scappar non mi potrà. Un marito, crederei, alla fin non mancherà.
Composition:
- Set to music by Gioacchino Antonio Rossini (1792 - 1868), no title, from opera La Cenerentola
Text Authorship:
- by Jacopo Ferretti (1784 - 1852), no title
Go to the general single-text view
Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor]Total word count: 446