O voi che per la via d’Amor passate attendete e guardate s’elli è dolore alcun, quanto ’l mio, grave; e prego sol ch’audir mi sofferiate, e poi imaginate s’io son d’ogni tormento ostale e chiave. Amor, non già per mia poca bontate, ma per sua nobilitate, mi pose in vita sì dolce e soave, ch’io mi sentia dir dietro spesse fiate: "Deo, per qual dignitate così leggiadro questi lo core have?" Or ho perduta tutta mia baldanza, che si movea d’amoroso tesoro; ond’io pover dimoro, in guisa che di dir mi ven dottanza. Sì che volendo far come coloro che per vergogna celan lor mancanza, di fuor mostro allegranza, e dentro da lo core struggo e ploro.
Sette sonetti dalla Vita nuova di Dante
Song Cycle by Andree Aeschlimann Rochat (1900 - 1990)
1. Son. II : “O voi che per la via…”
Text Authorship:
- by Dante Alighieri (1265 - 1321), no title, appears in La vita nuova, no. 7
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Researcher for this page: Joost van der Linden [Guest Editor]2. Son. VI: “Tutti li miei penser…”  [sung text not yet checked]
Tutti li miei penser parlan d’Amore; e hanno in lor sì gran varietate, ch’altro mi fa voler sua potestate, altro folle ragiona il suo valore, altro sperando m’apporta dolzore, altro pianger mi fa spesse fiate; e sol s’accordano in cherer pietate, tremando di paura che è nel core. Ond’io non so da qual matera prenda; e vorrei dire, e non so ch’io mi dica: così mi trovo in amorosa erranza! E se con tutti voi fare accordanza, convenemi chiamar la mia nemica, madonna la Pietà, che mi difenda.
Text Authorship:
- by Dante Alighieri (1265 - 1321), no title, appears in La vita nuova, no. 13
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Confirmed with Dante Alighieri, Rime in Le Opere di Dante a cura di Michele Barbi, Firenze : Società Dantesca Italiana, 1960
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3. Son. VIII: “Ciò che m'incontra…”
Ciò che m’incontra, ne la mente more, quand’i’ vegno a veder voi, bella gioia; e quand’io vi son presso, i’ sento Amore che dice: "Fuggi, se ’l perir t’è noia". Lo viso mostra lo color del core, che, tramortendo, ovunque pò s’appoia; e per la ebrietà del gran tremore le pietre par che gridin: Moia, moia. Peccato face chi allora mi vide, se l’alma sbigottita non conforta, sol dimostrando che di me li doglia, per la pietà, che ’l vostro gabbo ancide, la qual si cria ne la vista morta de li occhi, c’hanno di lor morte voglia.
Text Authorship:
- by Dante Alighieri (1265 - 1321), no title, appears in La vita nuova, no. 15
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Researcher for this page: Joost van der Linden [Guest Editor]4. Son. XIV : “Io mi sentii”
Io mi senti’svegliar dentro a lo core un spirito amoroso che dormia: e poi vidi venir da lungi Amore allegro sì, che appena il conosci, dicendo: “Or pensa pur di farmi onore”; e ’n ciascuna parola sua ridia. E poco stando meco il mio signore. guardando in quella parte onde venia, io vidi monna Vanna e monna Bice venire inver lo loco là ‘v’io era, l’una appresso de l’altra maraviglia; e sìcome la mente mi ridice, Amor mi disse: “Quell’è Primavera, e quell’ha nome Amor, sì mi somiglia”.
Text Authorship:
- by Dante Alighieri (1265 - 1321), first published 1294
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Researcher for this page: John Bartlett5. Son. XVII : “Venite a intender…”  [sung text not yet checked]
Venite a intender li sospiri miei, oi cor gentil, ché pietà ’l disia: li quai disconsolati vanno via, e s’e’ non fosser, di dolor morrei; però che li occhi mi sarebber rei, molte fiate più ch’io non vorria, lasso!, di pianger sì la donna mia, che sfogasser lo cor, piangendo lei. Voi udirete lor chiamar sovente la mia donna gentil, che si n’è gita al secol degno de la sua vertute; e dispregiar talora questa vita in persona de l’anima dolente abbandonata de la sua salute.
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- by Dante Alighieri (1265 - 1321), no title, appears in La vita nuova, no. 32
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Confirmed with Dante Alighieri, Rime in Le Opere di Dante a cura di Michele Barbi, Firenze : Società Dantesca Italiana, 1960
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6. Son. XXI: “L’amaro lagrimar…”  [sung text not yet checked]
"L’amaro lagrimar che voi faceste, oi occhi miei, così lunga stagione, facea lagrimar l’altre persone de la pietate, come voi vedeste. Ora mi par che voi l’obliereste, s’io fosse dal mio lato sì fellone, ch’i’ non ven disturbasse ogne cagione, membrandovi colei cui voi piangeste. La vostra vanità mi fa pensare, e spaventami sì, ch’io temo forte del viso d’una donna che vi mira. Voi non dovreste mai, se non per morte, la vostra donna, ch’è morta, obliare". Così dice ’l meo core, e poi sospira.
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- by Dante Alighieri (1265 - 1321), no title, appears in La vita nuova, no. 37
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Confirmed with Dante Alighieri, Rime in Le Opere di Dante a cura di Michele Barbi, Firenze : Società Dantesca Italiana, 1960
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7. Son. XXIV: “Deh peregrini.. »  [sung text not yet checked]
Deh peregrini che pensosi andate, forse di cosa che non v’è presente, venite voi da sì lontana gente, com’a la vista voi ne dimostrate, che non piangete quando voi passate per lo suo mezzo la città dolente, come quelle persone che neente par che ’ntendesser la sua gravitate? Se voi restaste per volerlo audire, certo lo cor de’ sospiri mi dice che lagrimando n’uscireste pui. Ell’ha perduta la sua beatrice; e le parole ch’om di lei pò dire hanno vertù di far piangere altrui.
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- by Dante Alighieri (1265 - 1321), no title, appears in La vita nuova, no. 40
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Confirmed with Dante Alighieri, Rime in Le Opere di Dante a cura di Michele Barbi, Firenze : Società Dantesca Italiana, 1960
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