by Anonymous / Unidentified Author
Language: Italian (Italiano)
Ahi, che posar non puote, or che sopito giace entro tranquilla pace, il martir d’ogni core, prole d’empio destino, il mio dolore; e così straziami che disperando aita, il mio tormento già mai sanare a respirar pavento. Da quei lumi che nel seno m’avventar l’acceso dardo per cui ardo, la speranza già serena al mio male è vanità, s’è lor vanto maggior la crudeltà. Che dagl’astri i miei disastri prender possano ristoro e coi giri del sol cangiar vicende; dal pensiero non s’intende che se langue dal cor l’alma ferita è follia l’aspettar soccorso e aita. Onde con strana sorte la mia vita alimenta ciò che più la tormenta e attendo intanto, co’ finire i miei dì, per meta il pianto, stimando gloria nel cadere dal cielo oppresso e vinto, esser mirato in grembo al duolo estinto.
Composition:
- Set to music by Alessandro Stradella (1639 - 1682), no title, GiaS 4.2 no. 1, Verified with CD Booklet Stradella: Duets Brilliant Classics 2014.
Text Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author
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Researcher for this page: Iain Sneddon [Guest Editor]
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