by Lorenzo di Piero de' Medici (1449 - 1492), as Lorenzo il Magnifico
Le sette allegrezze d'amore
Language: Italian (Italiano)
Deh! state a udire, giovane e donzelle, queste sette allegrezze ch’io vo’ dire, divotamente, che son dolci e belle, che Amore a chi lo serve fa sentire; io dico a tutte quante, e prima a quelle che son vaghe e gentili e in sul fiorire: gustate ben queste allegrezze sante, che Amor ve ne contenti tutte quante! Prima allegrezza, che conceda Amore, si è mirar duo pietosi occhi fiso (escene un vago, bel, dolce splendore), veder mover la bocca un dolce riso, le man, la gola e i modi pien d’onore, l’andar che uscito par di paradiso, ogni atto e movimento che si faccia; e cosí prima un cor gentil s’allaccia. La seconda allegrezza, che Amor dona, è quando hai grazia di toccar la mano accortamente, ove si balla o suona, o in altro modo strignerla pian piano; e, mentre che si giuoca o si ragiona, gittar certe parole e non invano; toccare alquanto e strigner sopra i panni in modo che chi è intorno se ne inganni. Terza allegrezza, quale Amor concede, è quando ella una tua lettera accetta, e degna di rispondere e far fede di propria man che ’l giogo al collo metta; ben è duro colui che, quando vede sí dolce pegno, lacrime non getta: leggela cento volte e non si sazia e con dolci sospiri Amor ringrazia. Piú dolce assai quest’allegrezza quarta, se ti conduce a dir qualche parole a solo a solo, e far del tuo cor carta, e dire a bocca bene ove ti duole; se avvien che Amor le some ben comparta, senti dir cose da fermare il sole: dolci pianti e sospiri, e maladire uscio o finestra, che ti può impedire. Chi può gustar questa quinta allegrezza, può dir che Amore il suo servizio piaccia, se avvien che baci con gran tenerezza un’amorosa, vaga e gentil faccia, le labbra, e dentro ov’è tanta dolcezza, la gola e ’l petto e le candide braccia, e tutte l’altre membra dolci e vaghe, lasciando spesso i segni delle piaghe. Questa sesta allegrezza, ch’io dico ora, è venir quasi alla conclusione, e a quel fin, per che ognuno s’innamora e si sopporta ogni aspra passione; chi l’ha provato e chi lo pruova ancora sa che dolcezza e che consolazione è quella di poter sanza sospetto tenere il suo signore in braccio stretto. Vien drieto a questa l’ultima allegrezza, che Amor infin pur contentar ci vuole: non si può dir con quanta gentilezza, con che dolci sospir, con che parole si perviene a quest’ultima allegrezza, come si piange dolcemente e duole; fassi certi atti allor, chi non vuol fingere, che un dipintor non li potria dipingere. Queste so’ l’allegrezze che Amor dá, o donne, a chi lo serve fedelmente; però gustile e pruovile chi ha bellezza, gentilezza, etá florente, ché perder tempo duole a chi piú sa. Queste allegrezze, che detto ho al presente, chi dice e pruova con divozione, non può morir sanza l’estrema unzione. Questo povero cieco, quale ha detto queste allegrezze, a voi si raccomanda; vorrebbe qualche caritá in effetto; almen la grazia vostra vi domanda; Amor l’ha cosí concio il poveretto, come vedete, e cieco attorno il manda. Fateli qualche ben, donne amorose, che gustar possi delle vostre cose. Il poveretto è giá condotto a tale, che non ha con chi fare il carnasciale.
Confirmed with Lorenzo de' Medici il Magnifico, Opere, a cura di Attilio Simioni. Volume Secondo, Bari, Gius. Laterza & Figli, 1913, pages 232-234.
Text Authorship:
- by Lorenzo di Piero de' Medici (1449 - 1492), as Lorenzo il Magnifico, "Le sette allegrezze d’amore", appears in Canzoni a ballo, no. 32 [author's text checked 1 time against a primary source]
Musical settings (art songs, Lieder, mélodies, (etc.), choral pieces, and other vocal works set to this text), listed by composer (not necessarily exhaustive):
- by Gian Francesco Malipiero (1882 - 1973), "Le sette allegrezze d'amore" [ voice and piano ] [sung text not yet checked]
Researcher for this text: Emily Ezust [Administrator]
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