by Anonymous / Unidentified Author
Sul Rodano severo
Language: Italian (Italiano)
Available translation(s): FRE
Sul Rodano severo giace tronco infelice di Francia il gran scudiero, e s'al corpo non lice tornar di ossequio pieno all'amato Parigi, con la fredd'ombra almeno il dolente garzon segue Luigi. Enrico il bei, quasi annebbiato sole, delle guance vezzose cangiò le rose in pallide viole e di funeste brine macchiò l'oro del crine. Lividi gl'occhi son, la tocca langue, e sul latte del sen diluvia il sangue. "Oh Dio, per qual cagione" par che l'ombra gli dica "sei frettoloso andato a dichiarar un perfido, un fellone, quel servo a te sì grato, mentre, franzese Augusto, di meritar procuri il titolo di giusto? Tu, se 'l mio fallo di gastigo è degno, ohimè, ch'insieme insieme dell' invidia che freme vittima mi sacrifichi allo sdegno. Non mi chiamo innocente: purtroppo errai, purtroppo ho me stesso tradito a creder all'invito di fortuna ridente. Non mi chiamo innocente: grand'aura di favori rea la memoria fece di così stolti errori, un nembo dell'obblio fu la cagion del precipizio mio. Ma che dic'io? Tu, Sire - ah, chi nol vede? tu sol, credendo troppo alla mia fede, m'hai fatto in regia corte bersaglio dell'invidia e reo di morte. Mentre al devoto collo tu mi stendevi quel cortese braccio, allor mi davi il crollo, allor tu m'apprestavi il ferro e 'l laccio. Quando meco godevi di trastullarti in solazzevol gioco, allor l'esca accendevi di mine cortigiane al chiuso foco. Quella palla volante che percoteva il tuo col braccio mio dovea pur dirmi, oh Dio, mia fortuna incostante. Quando meco gioivi di seguir cervo fuggitivo, allora l'animal innocente dai cani lacerato figurava il mio stato, esposto ai morsi di accanita gente. Non condanno il mio re, no, d'altro errore che di soverchio amore. Di cinque macche illustri notato era il mio nome, ma degli emoli miei l'insidie industri hanno di traditrice alla mia testa data la marca sesta. Ha l'invidia voluto che, se colpevol sono, escluso dal perdono estinto ancora immantinente io cada; col mio sangue ha saputo de' suoi trionfi imporporar la strada. Nella grazia del mio re mentre in su troppo men vo, di venir dietro al mio pie' la fortuna si stancò, Onde ho provato, ahi lasso, come dal tutto al niente è un breve passo." Luigi, a queste note di voce che perdon supplice chiede, timoroso si scuote e del morto garzon la faccia vede. Mentre il re col suo pianto delle sue frette il pentimento accenna tremò parigi e torbidossi Senna.
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Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author [author's text not yet checked against a primary source]
Musical settings (art songs, Lieder, mélodies, (etc.), choral pieces, and other vocal works set to this text), listed by composer (not necessarily exhaustive):
- by Barbara Strozzi (1619 - 1677), "Sul Rodano severo", op. 2 no. 17, published 1651 [soprano, continuo and 2 violins], from Cantate, ariette, e duetti, no. 17, Gardano, Venice [ sung text verified 1 time]
- by Barbara Strozzi (1619 - 1677), "Il lamento", op. 3 no. 3, published 1654 [soprano, continuo], from Cantate, ariete a una, due, e tre voci, no. 3. [ sung text verified 1 time]
Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):
- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , title 1: "Près du Rhône sévère", copyright © 2009, (re)printed on this website with kind permission
Researcher for this text: Guy Laffaille [Guest Editor]
This text was added to the website: 2009-09-02
Line count: 86
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