Donna di maestà, di valor tanto, lascia al tuo regio merto i regni angusti e l'Austria vieni a fecondar di Augusti. Eroina bellissima di Manto, se dal nume terren del gran Fernando al trono eletta imperial tu sei, ascolta, o dea benigna, i prieghi miei ch'a un ciel di cortesia devoti io mando. Dalle sfere più belle scenda Imeneo, deh scenda! Al foco delle stelle allumi la sua face e i cori accenda. Se mai lieto venisti, vola Imeneo, deh vola, e con sì grati acquisti de' gravi affanni suoi l'Austria consola. Su presti, su presti, Amori celesti! Fugate le noie, portate le gioie! Vezzosi, scherzosi, di veri diletti empiteci i petti. Si eterni l'ardore, lieto quaggiù s'imparadisi il core. Di quattr'aquile gonzaghe la primiera quella fu che portar sull'ali vaghe seppe in Vienna la virtù. La seconda il caro nido col suo Cesare farà e di prole augusta il lido del Danubio arrichirà. Voi nasceste, o Leonore, per due Cesari bear: gran figliuol, gran genitore voi veniste a ravvivar. Questo è il grido comun del mondo in guerra, sazio di fiere strepitose trombe; son di estinti guerrier carche le tombe, di viventi miglior vota è la terra. A sì bella concordia di due sposi beati fuggite, voi mal nati mostri dell'eresia della discordia. Inesorabili, inevitabili e spaventevoli, abbominevoli, entro i vostri dirupi intanatevi, o lupi! Ogni discordia spengasi ad union sì piena, di amor in sulla scena di tamburo infernal rumor non sentasi. Inescusabili, imperdonabili, serpenti orribili, d'urli e di sibili entro i tartarei laghi profondatevi, o draghi! Su presti, su presti, Amori celesti! Fugate le noie, portate le gioie! Vezzosi, scherzosi, di veri diletti empiteci i petti. Si eterni l'ardore, lieto quaggiù s'imparadisi il core. Gl'augusti sposi tra dolcezze tenere d'un ' aurea pace ogni tranquillo godino, mentre un santo Imeneo fa che s'annodino l'austriaco Marte e la gonzaga Venere.
Cantate, ariette, e duetti
Song Cycle by Barbara Strozzi (1619 - 1677)
Translated to:
French (Français) — Cantates, ariettes et duos (Guy Laffaille)
SACRA CESAREA MAESTA MIO SIGNOR CLEMENTISSIMO Un sì debile tributo del mio riverentissimo ossequio non è degno d’esser posto ne gli Erarij d’un Cesare. Non può la vile miniera del povero ingegno d’una Donna produrre metallo da fabricar ricchissime corone d’oro al merito degli Augusti. Ond’io farò più degna di scherni, che di applausi à comparir nella Reggia di V.M. presentando à suoi piedi queste inezzie musicali, ove il rimbombo ogn’hora de più scelti maestri si fà sentire. Mà in tempo di nozze è lecito anco à più comunali, e plebei il mascherarsi da gradi, e frammettersi frà i più conspicui Cavalieri, e Dame, à far col numero loro la festa più varia, e sollazzevole ancora. Inanimita dà molti Professori de questa bell’arte, e particolarmente dal Sig. Francesco Cavalli, uno de' più celebri di questo secolo, già dalla mia fanciulezza mio cortese precettore, hò pubblicata al mondo questa seconda mia fatica, la quale portando in fronte l’allegrezza spiegata, per le terze felicissime nozze della Maestà V. non deve ricorrere ad altra Deità tutelare, ch’alla Cesarea prottezione di Lei. Queste mie noiose Cantilene dalla divina voce del Sig. Adamo Franchi gentilmente portate alle benigne orecchie di V. M. sembreranno molto diverse da quelle, che sono: e quando venghino gradite da lei, mi chiamerò felice, e stimerò di haver conseguito il fine propostomi, ch’è di rassegnarmi solo alla Clementissima Maestà Vostra per Venetia il primo di Giugno 1651. Humilissima, e devotissima serva Barbara Strozzi
1. Donna di maestà
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- by Anonymous / Unidentified Author, " Donna di maestà"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Dame de majesté", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
2. Begli occhi
Voi pur, begl'occhi, sete porte d'un paradiso, voi tra le scherzo e 'l riso in ciel m'introducete Ma tanto il cor m'ardete che dal mio foco eterno per le porte del ciel corro all'inferno. Sì, bel seno, che tu sei una neve animata, sì che tua giogia grata consola gl'ardor miei. Ma tanto alfin godei che grande a poco a poco fra le falde di gel provo il mio foco. Voi pur, bei crini, adoro, cari dolci legami, voi, preziosi stami del mio ricco tesoro. Ma della selva d'oro se non mi fate un dono, fra le miniere d'or povero io sono. No, no, pomi e rubini, che voi non pareggiate di quelle labbra amate i coralli divini. Ma non mai ne' giardini di quella bella bocca coglier quanti vorrei baci mi tocca.
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- by Anonymous / Unidentified Author, "Begli occhi"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Beaux yeux", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
3. Il Romeo
Vagò mendico il core tutto il regno d'amore, dimandando pietà, chiedendo aita nell'infelice sua povera vita. Ne per ben salda fede poté trovar mercede, ché di quante egli amò crudeli a torto ch'il fuggì, ch'il tradì, ch'il volle morto. Tornò dal suo cammino il mio cor pellegrino, ne pietoso favor ha mai trovato per il mendico suo misero stato. Femminil cortesia forz'è che spenta sia, ch'ogni ricca beltà resa tenace non l'udì, nol mirò, lo mandò in pace.
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- by Anonymous / Unidentified Author, "Il romeo"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Le pèlerin", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
4. Costume di grandi
Godere e lasciare costuman gl'amanti, bugiardi, incostanti, le cose più care. Onde chi mente più spera più lode, s'inganna e si gode. Con ladri comandi si ruba il piacere. Sprezzare e godere costume è de' grandi. Onde chi ruba più spera più lode, s'inganne e si gode. Al grande e saputo non mai si conviene goder e dir bene del ben ch'ha goduto. Onde chi biasma più spera più lode, s'inganna e si gode.
Text Authorship:
- by Giulio Strozzi (1583 - 1660), "Costume di grandi"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Coutumes des grands", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
5. La fanciuletta simplice
Spesso per entro al petto mi passa un non so che, e non so dir s'egli è o martire o diletto. Talor mi sento uccidere da incognito rigor, sarebbe pur da ridere che fosse il mal d'amor. Qualor mi s'apresenta di Clori il bel seren, mi nasce un foco in sen che piace e in un tormenta. Mi sento il cor dividere tra il gelo e tra l'ardor, sarebbe pur da ridere che fosse il mal d'amor. I più solinghi orrori frequento volontier, ma sento un mio pensier che dice: "E dove è Clori?" Or chi mi sa decidere che sia questo furor? Sarebbe pur da ridere che fosse il mal d'amor.
Text Authorship:
- by Giacinto Andrea Cicognini (1606 - 1650), "La fanciuletta semplice"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
6. L'amante consolato
Son tanto ito cercando che pur alfin trovai colei che desiai duramente penando, Oh questa volta sì ch'io non m'inganno, s'io non godo mio danno! Son tali quei contenti che pur alfin io provo che tutto mi rinovo doppo lunghi tormenti. Ma tutti com'io fo far non sapranno chi non gode suo danno.
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- by Anonymous / Unidentified Author, "L'amante consolato"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "L'amant consolé", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
7. Chiamata a nuovi amori
E che diavol sarà questo, sempre amar dunque dovrò? Or che sciolta appena resto nove laccio il pie' legò, Non mi val dire: "D'amor son libera, vecchio desire più non mi lacera." Che se per Lidio non sento ardor, altra bellezza ritogliemi il cor. Che malanno ha meco Amore, che si crede alfin di far? S'un mi strusse amando il core a che serve un altro amar? Ma il cattivello perch'io non fuggami vuol ch'un più bello il sen distruggami. S'un viso amabile mi fe' languir, per due begl'occhi mi sento morir.
Text Authorship:
- by Pietro Paolo Bissari (1595 - 1663), "Chiamata a nuovi amori"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Appel à un nouvel amour", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
8. La crudele, che non sente
Dagl'abissi del mio core strepitosi escon gli accenti a spiegarti il mio dolore, a narrarti i miei tormenti. Ma tu, bella crudel, sorda ti fai: orecchia che non vuol non sente mai. Nell'inferno più profondo tormentato amor mi tiene, d'ogni male a torto abbondo, son immense le mie pene. Ma tu, bella crudel, cieca ti fai: un occhio che non vuol non vede mai. Con un sì potresti solo, eloquente parlatrice, con un sì togliermi il duolo con un sì farmi felice. Ma tu, bella crudel, muta ti fai: la bocca che non vuol non parla mai.
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- by Anonymous / Unidentified Author, "La crudele, che non sente"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "La cruelle qui n'entend pas", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
9. La vendetta
La vendetta è un dolce affetto, il dispetto vuol dispetto, il rifarsi è un gran diletto. Vane son scuse e ragioni per placar donna oltraggiata, non pensar che ti perdoni! Donna mai non vendicata pace ha in bocca e guerra in petto. Non perdona in vendicarsi all'amante più gradito che l'adora e vuol rifarsi quand'il fiero insuperbito verso lei perd'il rispetto.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660), "La vendetta"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "La vengeance", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
10. L'amante bugiardo
I miei giorni sereni infetti col tuo sguardo e col sospir bugiardo l'aria tu m'avveleni. Ah, scherza e non schernire, ah, mira e non mentire! Ma falso e menzogner se parli o taci, i vezzi hai finti e traditori i baci. Provo dalle bugie un'aria tormentata da tue frodi abitata e dalle furie mie. Ah, giura e non mentire, ah, taci e non tradire! Ma falso e menzogner se parli o taci, i vezzi hai finti e traditori i baci.
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- by Anonymous / Unidentified Author, "L'amante bugiardo"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "L'amant menteur", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
11. La Travagliata
Soccorrete, luci avare, un che muore di dolore; con un vostro sguardo almeno! Si può fare del guardare carità che costi meno? Proferite, labra care, sole sole due parole a chi muor cortesi almeno! Si può fare del parlare cortesia che importi meno? Sodisfate, se vi pare, un costante fido amante con un vostro bacio almeno! Si può dare del baciare guiderdon che vaglia meno?
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- by Anonymous / Unidentified Author, "La Travagliata"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "La femme tourmentée", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
12. Lilla crudele ad onta d'amore
Lascia sì la benda e l'ali, cieco fanciul di Venere! Dell'arco e degli strali fa' pur, fanne pur cenere, spegni, spegni la face mentre accender, Amore, non puoi di Lilla il core: troppo l'esser crudel, troppo le piace! Taci si, bamboccio dio! Non trattar più d'uccidere, che dei tuoi strali anch'io vo' pur burlarmi e ridere, frena, frena l'ardire. Tu ti vanti, insolente, di stral onnipotente e una femmina vil, non puoi ferire!
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- by Anonymous / Unidentified Author, "Lilla crudele ad onta d'amore"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Cruelle Lilla, honte de l'amour", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
13. Noiosa lontananza
Dimmi, ah dimmi dove sei! Che mi nieghi il dolce aspetto, ricca gemma del mio petto, vago sol degl'occhi miei? Dimmi, ah dimmi dove sei! Ove prese, ohimè, la via senza me il tuo pie' e va senza il suo cor l'anima mia? Dura, ah dura dipartita! Non ti vedo eppur io sento che m'uccide il mio tormento, se non torna la mia vita. Dura, ah dura dipartita! Riedi, riedi anima mia al tuo cor, riedi Amor a colei che ti desia!
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- by Anonymous / Unidentified Author, "Noiosa lontananza"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Éloignement pénible", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
14. L'Eraclito amoroso
Udite amanti la cagione, oh Dio ! Ch a lagrimar mi porta : Nell'adorato e bello idolo mio. Che si fido credei, la fede è morta. Vaghezza ho sol di piangere, Mi pasco sol di lagrime, Il duolo è mia delizia E son miei gioie i gemiti. Ogni martire aggradami, Ogni dolor dilettami, I singulti mi sanano, I sospir mi consolano. Ma se la fede negami Quell' incostante e perfido, Almen fede serbatemi Sino alla morte, O lagrime! Ogni tristezza assalgami, Ogni cordoglio eternisi, Tanto ogni male affligami Che m'uccida e sotterrimi.
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- by Anonymous / Unidentified Author
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Héraclite amoureux", copyright © 2010, (re)printed on this website with kind permission
15. Tra le speranze e'l timore
"Timore, e che sarà? Godremo sì o no?" "Datemi libertà, Speranze, e vel dirò non s'accordano mai le Speranze e 'l Timor, ché l'uno sogna guai e l'altre acceca Amor." "Timore, di', pur di'!" "Speranze, io vel dirò, ma se dirò di no, voi direte di sì."
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- by Anonymous / Unidentified Author, "Tra le speranze e'l timore"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Entre l'espoir et la crainte", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
16. L'amante segreto
Voglio, voglio morire, piuttosto ch'il mio mal venga a scoprire. Oh, disgrazia fatale! Quanto più miran gl'occhi il suo bel volto più tien la bocca il mio desir sepolto; chi rimedio non ha taccia il suo male. Non resti di mirar chi non ha sorte, né può da sì bel ciel venir la morte. La bella donna mia sovente miro ed ella a me volge pietoso il guardo, quasi che voglia dire: "Palesa il tuo martire" ché ben s'accorge che mi struggo e ardo. Ma io voglio morire piuttosto ch'il mio mal venga a scoprire. L'erbetta, ch'al cader di fredda brina languida il capo inchina, all'apparir del sole lieta verdeggia più di quel che suole: tal io, s'alcun timor mi gela il core, all'apparir di lei prendo vigore. Ma io voglio morire piuttosto ch'il mio mal venga a scoprire. Deh, getta l'arco poderoso e l'armi, Amor, e lascia omai di saettarmi! Se non per amor mio fallo per onor tuo, superbo dio, perché gloria non è d'un guerrier forte uccider un che sta vicino a morte.
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- by Anonymous / Unidentified Author
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "L'amant secret", copyright © 2009, (re)printed on this website with kind permission
17. Sul Rodano severo
Sul Rodano severo giace tronco infelice di Francia il gran scudiero, e s'al corpo non lice tornar di ossequio pieno all'amato Parigi, con la fredd'ombra almeno il dolente garzon segue Luigi. Enrico il bei, quasi annebbiato sole, delle guance vezzose cangiò le rose in pallide viole e di funeste brine macchiò l'oro del crine. Lividi gl'occhi son, la tocca langue, e sul latte del sen diluvia il sangue. "Oh Dio, per qual cagione" par che l'ombra gli dica "sei frettoloso andato a dichiarar un perfido, un fellone, quel servo a te sì grato, mentre, franzese Augusto, di meritar procuri il titolo di giusto? Tu, se 'l mio fallo di gastigo è degno, ohimè, ch'insieme insieme dell' invidia che freme vittima mi sacrifichi allo sdegno. Non mi chiamo innocente: purtroppo errai, purtroppo ho me stesso tradito a creder all'invito di fortuna ridente. Non mi chiamo innocente: grand'aura di favori rea la memoria fece di così stolti errori, un nembo dell'obblio fu la cagion del precipizio mio. Ma che dic'io? Tu, Sire - ah, chi nol vede? tu sol, credendo troppo alla mia fede, m'hai fatto in regia corte bersaglio dell'invidia e reo di morte. Mentre al devoto collo tu mi stendevi quel cortese braccio, allor mi davi il crollo, allor tu m'apprestavi il ferro e 'l laccio. Quando meco godevi di trastullarti in solazzevol gioco, allor l'esca accendevi di mine cortigiane al chiuso foco. Quella palla volante che percoteva il tuo col braccio mio dovea pur dirmi, oh Dio, mia fortuna incostante. Quando meco gioivi di seguir cervo fuggitivo, allora l'animal innocente dai cani lacerato figurava il mio stato, esposto ai morsi di accanita gente. Non condanno il mio re, no, d'altro errore che di soverchio amore. Di cinque macche illustri notato era il mio nome, ma degli emoli miei l'insidie industri hanno di traditrice alla mia testa data la marca sesta. Ha l'invidia voluto che, se colpevol sono, escluso dal perdono estinto ancora immantinente io cada; col mio sangue ha saputo de' suoi trionfi imporporar la strada. Nella grazia del mio re mentre in su troppo men vo, di venir dietro al mio pie' la fortuna si stancò, Onde ho provato, ahi lasso, come dal tutto al niente è un breve passo." Luigi, a queste note di voce che perdon supplice chiede, timoroso si scuote e del morto garzon la faccia vede. Mentre il re col suo pianto delle sue frette il pentimento accenna tremò parigi e torbidossi Senna.
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- by Anonymous / Unidentified Author
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Près du Rhône sévère", copyright © 2009, (re)printed on this website with kind permission
18. La riamata da chi amava
Dormi, o mio dolore, addormentati, o mia pena, i sospiri ei pianti affrena, posa in stabil core. Pace datevi, o speranze, acquietatevi, o desiri, dilungatevi, o martiri, in eterne lontananze. Ciego duol mi affliggi a torto, ch'alle gioie Amor mi vuole e mi rende il mio bel Sole, la mia vita, il mio conforto. Alma mia, riedi a godere che desir con tanto affetto, corri, o core, al cor diletto, torna al ben, torna al piacere, alma mia, torna al godere
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- by Anonymous / Unidentified Author, "La riamata da chi amava"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
19. Morso, e bacio dati in un tempo
Precipitosamente Amor, e sdegno corono su'l mio labro. sdegno è di morsi Amor di baci è fabro confitto insieme e consolato io vegno. Mordami il dente quando bella bocca mi baci che mordendo e baciando bella bocca mi piaci. Mordimi sdegno, mordi grida lieto il mio core pur che teco si accordi dolce bacio d'amore. Pene care e soavi, nò, nò, che non mai gravi del tuo bel dente le punture sono offendimi cosi che tel' perdono.
Text Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author, "Morso, e bacio dati in un tempo"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Morsure et baiser donnés en même temps", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
20. Gl' occhi superbi
Occhi superbi, sì, ma però cari un guardo sol da voi richiede il mio amor, la mia fede. Ma voi mi sete di pietade avari, occhi superbi, sì, ma però cari. Spietatissimi rai, ai vostri altari io spargo homai con sospiri devoti, oh quante spargo, lagrime, preghi e voti; E non m'avedo, ahi lasso! Ch'adoro un marmo e che scongiuro un sasso. Oh di orgoglio e bellezza esempi rari! Occhi superbi, sì, ma però cari.
Text Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author, "Gl' occhi superbi"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Yeux pleins de superbe", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
21. Gite, o giorni dolenti
Gite, o giorni dolenti, che succedano al pianto gioie, allegrezze e canto, scherzi, vezzi e contenti. Fra le trombe di Marte e tra i rumor di strepitosa guerra dal ciel festoso parte e scende il nume delle nozze in. terra. Volano gl'imenei, corron gli amori di voi Giovi terreni a rallegrare i cori, a congiunger i seni. Vada con pie' fugace a rinserrarsi entr'un orrore eterno la discordia d'inferno e rieda omai la sospirata pace. Coronata di ulivo Astrea ritorni, che posi il mondo posi e fiera porti le rovine e le morti Megera ove di fede il mondo è privo. Felicissimi giorni di secoli migliori saran principi grati questi nodi beati. L'Austria all'Austria con questa amorosa vicenda saldamente s'innesta, onde la virtù renda colmi alfin di vittorie e di trofei gli austriaci Semidei. E quali aver mai lice di bella età felice argomenti più giusti che le Muse a gradir tornin gli Augusti?
Text Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author, "Gite, o giorni dolenti"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Allez-vous-en, ô jours douloureux", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
22. Amor dormiglione
Amor, non dormir più! Su, su, svegliati omai, che mentre dormi tu dormon le gioie mie, vegliano i guai. Non esser, non esser, Amor, dappoco! Strali, strali, foco, strali, strali, su, su, foco, foco, su, su! O pigro o tardo tu non hai senso, Amor melenso Amor codardo! Ahi quale io resto che nel mio ardore tu dorma Amore: mancava questo!
Text Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author, "Amor dormiglione"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "L'amour dormeur", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
23. I baci
Oh dolci, oh cari, oh desiati baci! Unite l'alme vanno sul labro ad incontrarsi. Col bacio l'alme fanno nel cor gran colpi darsi. Vezzosette si accordano; viperette si mordano. Ma sono i lor dolcissimi furori grand union dei cori. Oh dolci, oh cari, oh desiati baci! Bacia, mia bocca, e taci!
Text Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author, "I baci"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Les baisers", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
24. Grand' allegrezza di cuore
Gorgogliando in sù vien fuor e da gl'occhi e dalla bocca l'allegrezza del mio cor. Mentre amato esser mi tocca dà colei che più desia di goder l'anima mia. Tenerezza il pianto, gentilezza il canto, tutta è gioia e tutto affetto ogni lagrima, ogni detto il pallor da me partì. Il dolor si dileguò l'occhio mio si serenò la mia fronte si schiari e la voce mi tornò quando Amor due cori allaccia contentezza di cuor fa bella faccia.
Text Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author, "Grand' allegrezza di cuore"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Grande allégresse du cœur", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
25. La, sol, fa, mi, re, do
La mia donna perché canta non vuol dir né sì, né no, ma parlar sempre si vanta con la sol fa mi re do. S'io le chieggo ch'al mio cor voglia dar mercede un dì pria che spiri nel dolor, mi risponde don fa mi. Mai non canta s'io non conto né la voce trova il tuon, né a sonar lo stile ha pronto se non sente d'oro il suon. Insegnando ognor mi va che s'a due cantar vorrò acciò ch'ella venga al fa intonar conviemmi il do. Di strascini ognora ornato vuol mirarsi il vago pie' ed in canto figurato sempre intona il mi fa re. Per mostrar quant'ella sa passegiando fa così, suol tenersi con do la ed andare in do re mi. Io credeva ch'il suo canto fosse fatto per mi sol, ma suoi vendersi all'incanto a colui che spender vuol, tanto che tra noi dirò ch'ognun canta quel che sa: io de' gonzi il mi sol do lei de' cucchi il re mi fa.
Text Authorship:
- by Giovanni Battista Maiorani , "La, Sol, Fa, Mi, Re, Do"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "La, sol, fa, mi, ré, do", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
26. Giusta negativa
Non mi dite ch'io canti poter d'amor, perché dirò che sete de' musici il flagello e degli amanti. No no no signor no, bocca non aprirò. A chi cantar dev'io s'il bell'idolo mio lungi è da me? Venga l'idolo mio ch'io canto affé. Non mi dite ch'io suoni, forza del ciel, vi manderò là dove non mancano altri a voi musici buoni. No no no signor no, tasto non toccherò. A chi sonar dev'io s'il bell'idolo mio lungi è da me? Venga l'idolo mio ch'io suono affé.
Text Authorship:
- by Anonymous / Unidentified Author, "Giusta negativa"
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Refus juste", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission