by Giuseppe Lipparini (1877 - 1951)
Dormiveglia
Language: Italian (Italiano)
Furono i sonni miei lunghi e soavi, quando Agosto indolente s'inchinava a mordere silenziosamente i frutti con la bocca piena di gomme e di sole. Io sentiva il mio sangue che fluiva dentro le vene più caldo e più torpido, ma nel mio sogno eran pensieri freschi come le linfe pei canali arborei insino al frutto che si gonfia e odora come i tuoi seni. Dormiveglia, chi mai non ti conobbe neir ombra fra il torpor dell' ore immobili, e sul tuo seno non s'abbandonò, quegli non seppe quant'è dolce andare verso la morte. Dormiveglia, chi ignora la penombra odorosa, e il color roseo del mondo attraverso la palpebra socchiusa, non troverà più l'anima fanciulla e stupita, che ognuno invano sogna e invan desia. . . . Chi mi destò, chi mi destò nell' angolo remoto, chi chiamò senza parole ma con si lenta e lunga melodia il cuor dormente? Ecco, sei tu, sei tu, che scendi il colle, mentre su l'orlo della valle passano portati in grembo al caldo vento i nuvoli, e il giorno trascolora, e il cielo è pallido, e i lauri son più verdi nel pallore, e la luce del sol sembra palpabile, come la chioma sciolta in cui la mano trema, e s'oblia. Perchè il tuo fiato è si dolce, è si dolce? Parmi sentir l'odor del rosmarino fresco sotto la goccia di rugiada, quando la luna è tramontata, e il cielo sembra morire. Odore hai tu delle radici fragili dentro le rocce, quando il sole è fervido, e le ginestre sulla costa bruciano, e non ricordan più quando eran cariche d'oro e di odore. Dafne, fu mai più dolce creatura di quella che si veste le tue carni ed ha i tuoi occhi glaudii e le tue labbra ove il miele è più denso che nel favo dell'alveare? Non sentii mai più chiara melodia [com'è quella che t'esce dalla bocca]1 [mentre la gola palpita e mi pare la mossa tortuosa della polla, quando dal buio balza nella luce e par che tremi.]2 Tu dividi col canto il tempo immemore, ed ogni cosa s'anima del tuo canto, ed è un canto tutta la tua vita: anche l'amore. [Che farai]3 quando il verno sarà torbido che farai quando i frutti son caduti, che farai quando morti sono i fiori sotto la brina? Non canterai, non canterai mai più. E la vita sarà come una tomba cui vanamente intorno i giorni scendono, [e i ricordi non son che aiuole morte, cui vigila il dolor nero e solingo dietro i cipressi.]2 E il mio cuor dormirà sotto le fronde, dimentico oramai degli usignoli, e delle calde notti senza luna, e del tuo fiato. Non canterai, non canterai mai più.
F. Alfano sets stanzas 5-7, 9-15
1 Alfano: "come quella che canta la tua bocca."
2 omitted by Alfano
3 Alfano: "Ma di' che farai"
Authorship:
- by Giuseppe Lipparini (1877 - 1951), first published 1917 [author's text not yet checked against a primary source]
Musical settings (art songs, Lieder, mélodies, (etc.), choral pieces, and other vocal works set to this text), listed by composer (not necessarily exhaustive):
- by Franco Alfano (1876 - 1954), "Dormiveglia", 1921, copyright © 1925, stanzas 5-7,9-15 [ voice and piano ], from Sei Liriche, no. 1 [sung text checked 1 time]
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