Come mai tutto appare così pesante e cupo,
tutto viene e poi passa avanti,
e con tormento muta, rimanendo vuoto,
il mio povero cuore che ormai si è spento?

Appena arrivato,
devo già separarmi,
appena accesa,
si spegne nuovamente
ogni gioia,
e la sofferenza,
su di me cala, come una nuvola nera.

Persa ogni luce, respinto nella notte,
Dagli occhi che mi guardano,
e che al cuore infondono gioia,
nuovamente ai tormenti,
di una vita arida,
vengo restituito

Dura un attimo fugace
La mia felicità!
Dura a lungo, molto a lungo
La separazione, triste e pesante dolore! -
Potessi tornare indietro
E fare a meno di te!]1

Quando non ti avevo ancora incontrato,
potevo vivere nel desiderio
alimentato da un soffio di speranza
e il futuro mi appariva luminoso;
ora posso vivere solo di ricordi
di ciò che, vagamente avvertito, già svanisce;
Ancora una volta mi tocca vagare triste e smarrito
attraverso monti deserti,
attraverso una terra disabitata,
e i fili d’oro della felicità,
perfino gli ultimi, mi sono stati tolti.
Ancora mi sembra  di toccare la tua mano,
ancora in un sogno ricevo i baci tuoi,
ancora mi segue il tuo dolce sguardo,
e la sensazione che di tutto ciò sono privo,
è quella che rimane con me.

[Speranza, struggimento, pene d’amore desiderio,
sono assetato delle vostre dolci lacrime!
Dammi qualche conforto, vana illusione,
pure se sei così vuota, così morta, così insignificante!
Mi lasci in solitudine così rapidamente?

O momento presente, come corri veloce!
Passato, come sei diventato piccolo!
Sei tu futuro, a rimanere infinito?
Infinito come, nell'arco celeste,
Le stelle che abitano gli spazi eterni,
Così sento ore, giorni, lune trascorrere,
E nell’intimo mio più profondo un cupo silenzio,
Intorno a me un mare eterno di onde nere,
E ahimè! Nessuna riva verde all’orizzonte!