Straniera abbandonata, pavento ad ogni passo e miro in ogni sasso scolpito il traditor. Per ricercare un empio la Patria, oh Dio!, lasciai. Ah non t’avessi mai, mai conosciuto amor.
L'italiana in Londra
Opera by Domenico Cimarosa (1749 - 1801)
3. Straniera abbandonata
Text Authorship:
- by Giuseppe Petrosellini (1727 - 1799)
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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):
- ENG English (Andrew Schneider) , "A foreigner, abandoned", copyright © 2019, (re)printed on this website with kind permission
5. Modesto mi guardava
Modesto mi guardava, il caro mio biondino. Ah, furbo sopraffino! Forse, chissà, pensava ad ingannarmi allor. “M’amate?” – Io gli dicea. “Ah cara, io penso, io moro.” “Chi è la vostra dea?” “Voi siete, o mio tesoro!” “Quando mi sposerete?” “Doman, se pur volete, e questa sera ancor.” Le nozze erano pronte, conviti, feste e balli, gli amici, il parentado… Ma il mio biondino amato bel bel se ne fuggì. Modesto mi guardava. “Mia cara,” mi dicea, “voi siete il mio tesoro.” Ma il mio biondino amato bel bel se ne fuggì. Ah donne miserabili a questi amanti perfidi non dite mai di sì. Lunatici, bisbetici, volubili, frenetici, sì sì ci fate piangere voi sol la notte e il dì. Vi dicono “mia cara”, vi dicon “mio tesoro”, ah, furbi sopraffini! Sì sì ci fate piangere voi sol la notte e il dì.
Text Authorship:
- by Giuseppe Petrosellini (1727 - 1799)
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Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor]6. Venti volte in vita mia
Venti volte in vita mia fin nell’Indie sono stato. Dalla Cina in Barbaria son venuto, son tornato e ogni ceto di persone mi trattò con civiltà. (Piano a Livia) A fuggire io vi consiglio se vi parla mai d’amore… (Ah la vedo in gran periglio, sento oh Dio per lei pietà.) Mio signor, non v’offendete; son sinceri i detti miei; vi rispetto, so chi siete ma il mio cor non cambierei colla vostra nobiltà.
Text Authorship:
- by Giuseppe Petrosellini (1727 - 1799)
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Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor]8. Dammi la mano, oh bella
Dammi la mano, oh bella, che sospirar mi fa. (Figurandosi di tener Livia per mano) Che mano tenerella! Che bella mano, oh Dio! Io manco, io moro già. (A Madama, che accenna dall’altra parte) oppur di là? Bellissima invisibile, almeno sospirate, tossite, chiacchierate, dite una parolina, carina, per pietà! (A Madama, che accenna ora da una parte, ora dall’altra) Madama... E adesso dove sta? Dammi la mano, oh bella, che sospirar mi fa. Mio sole sta qui? Mia luna, sta lì? Mia stella, più là? Mio core, più qui? Mi gira la testa, son tutto sudore. Che pena è mai questa! Che gran crudeltà!
Text Authorship:
- by Giuseppe Petrosellini (1727 - 1799)
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Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor]13. Vi parlo all’olandese
Vi parlo all’olandese, da galantuom favello: il sì dev’esser quello, dev’esser quello il no. (A Polidoro che l’interrompe) Oh, infamia di Partenope, o taci o ch’io cospetto... (Ah, merita rispetto: è commensale, è amico; sdegnarmi, oh Dio, non so.) (A Milord) Ella avrà un padre in me, e da un crudel nemico sì la difenderò. (A Polidoro che l’interrompe) O Italia miserabile se fosser tutti simili... Non posso più resistere, son pieno di furore... Bestia di te peggiore nel mondo no, non v’è.
Text Authorship:
- by Giuseppe Petrosellini (1727 - 1799)
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Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor]14. Oh che gusto, che piacere
Oh che gusto, che piacere! Oh che spasso che sarà. Invisibil colla sposa, colla mia Madamoiselle, in ovatta ed in pianelle ne n’andrò per la città. Passo accanto al creditore, non mi vede ed io vo’ via; passo innanzi all’esattore, non mi vede e se ne va. Meno schiaffi, calci, pugni... ziffe zaffe due stoccate, pisto gl’occhi, ammacco grugni e chi è stato non si sa. Oh, che gusto, oh che diletto! Che risate, che spassetto! Oh che gran felicità!
Text Authorship:
- by Giuseppe Petrosellini (1727 - 1799)
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Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor]17. Van girando per la testa
Van girando per la testa mille torbidi pensieri, ah son pur funesti e neri, ah mi fanno delirar. Io delirar? Oh cielo! Se tu sei la cagion di tanto affanno, ti detesto per sempre, amor tiranno. Barbaro amore, son disperato, da mille furie sono agitato, mi sento un impeto dentro le vene... chi mi contrasta, chi mi trattiene? No, che di morte non ho timore, spiro vendetta, stragi e furore, voglio che rivi di sangue scorrano, vo’ fin la casa mandare in cenere; sì vo’ che tutti di me paventino, vadano, corrano, fuggano, volino, e fino l’Erebo farò tremar.
Text Authorship:
- by Giuseppe Petrosellini (1727 - 1799)
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Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor]18. Io voglio a Napoli con voi venire
Io voglio a Napoli con voi venire; qualche parola già la so dire. Napolitana vo’ farmi affè. “Gioiello caro, mme faje sperì; fato d’ammore, mme faje morì. Ninno mio bello, caro giojello, aje da sta sempe vicino a mme."
Text Authorship:
- by Giuseppe Petrosellini (1727 - 1799)
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