Era la strana miniera delle anime. Quasi vene d’argento andavano silenti per il buio. Fra radici sgorgava il sangue che poi giunge ai vivi, e pesante al buio come porfido pareva. D’altro nulla era rosso. V’erano rocce là boschi irreali. Ponti sul vuoto e quel vasto, grigio, cieco stagno sopra il suo lontano fondo, sospeso come cielo di pioggia su un paesaggio. E fra prati, mite e piena di pazienza, appariva la striscia pallida dell’unica strada, lunga tela stesa a scolorire. Per quest’unica strada essi venivano. Avanti l’uomo, agile nel mantello azzurro, muto, impaziente guardava innanzi a sé. Il suo passo senza masticare divorava la strada a grandi morsi; le sue mani rigide, serrate pendevano ignare ormai della leggera lira cresciutagli a sinistra come tralci di rosa dentro un tronco d’olivo. E i suoi sensi eran come divisi: lo sguardo intanto correva avanti come un cane, si voltava, veniva e sempre di nuovo lontano aspettando fermo sulla prossima curva. L’orecchio indietro come resta un odore. Talvolta gli sembrava di sentire il passo di quegli altri due, che dovevan seguirlo tutta questa salita. Poi di nuovo era solo l’eco dei suoi passi, e il vento del mantello alle sue spalle. Ma diceva a se stesso: essi verranno, sì; a voce alta, e si sentiva spegnere. Eppure venivano. Potesse un po’ girarsi, li avrebbe visti, entrambi i silenziosi, che lo seguivano: il dio del cammino, del messaggio lontano, [... ...] il palpito dell’ali alle caviglie, e affidata alla sua mano sinistra: lei. La tanto-amata, che mai pianto venne più da una lira che da lamentatrici; che divenne un mondo di pianto, in cui tutto di nuovo era presente; [...] e intorno a questo mondo tutto di pianto così come intorno all’altra terra un sole si volgeva e uno stellato silenzioso cielo, cielo-in-pianto di astri sfigurati-: questa tanto-amata. Ma ora andava per mano di quel dio, il passo stretto in lunghe bende da morto, malcerta, mite e priva di impazienza. [... ... ... ... ...] Come un frutto di dolce oscurità, così era piena della grande morte, ch’era anche nuova, da non capire nulla. Era in una verginità nuova e intoccabile; il suo sesso era chiuso come un giovane fiore verso sera, e le sue mani ormai immemori così delle nozze, che lo stesso tocco del dio lieve, che silenzioso all’infinito la guidava, l’avrebbe offesa per troppa intimità. [... ... ... ...] Ormai era sciolta come lunga chioma e donata come pioggia sulla terra e diffusa come centuplicata provvista. Era già radice. E quando a un tratto la trattenne il dio e con dolore esclamando le parole disse: Si è voltato-: non capì nulla e disse piano: Chi? Ma laggiù, scuro contro la luce dell’uscita, stava qualcuno, il cui volto non si distingueva. Lui fermo vide, come sulle tracce di un sentiero erboso, con sguardo afflitto il dio dei messaggi zitto girarsi, per seguir la figura che già tornava sulla stessa via, il passo stretto in lunghe bende da morto, malcerta, mite e priva d’impazienza.
La nuova Euridice secondo Rilke
Opera by Salvatore Sciarrino (b. 1947)
1. Recital  [sung text checked 1 time]
Language: Italian (Italiano)
Authorship:
- by Salvatore Sciarrino (b. 1947), no title
Based on:
- a text in German (Deutsch) by Rainer Maria Rilke (1875 - 1926), "Orpheus, Eurydice, Hermes"
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Researcher for this page: Joost van der Linden [Guest Editor]2. Inno  [sung text checked 1 time]
Language: Italian (Italiano)
Musica: respiro delle statue. Forse: silenzio delle immagini. Tu lingua ove le lingue finiscono. Tu tempo perpendicolare sulla direzione dei cuori che passano. Sentimenti per chi? O tu mutazione dei sentimenti in cosa? –: in paesaggio udibile. Tu straniera: Musica. Tu spazio del cuore cresciuto oltre noi. Il più intimo nostro che, superandoci, spinge a uscire – sacro iddio: poiché l’intimo ci avvolge come la nostra più visitata lontananza, come altro lato dell’aria: pura, immensa, non più abitabile.
Authorship:
- by Salvatore Sciarrino (b. 1947)
Based on:
- a text in German (Deutsch) by Rainer Maria Rilke (1875 - 1926), "An die Musik"
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Researcher for this page: Joost van der Linden [Guest Editor]Total word count: 580