Se di certo io non sapessi che la donna è ingannatrice, i lamenti di Clarice mi farebbero pietà. Pietà? pietà?... spropositi; dove mi va la testa? guai, se a pietà mi desta! son fritto, come va. Ah! non sedurmi, amore; è giusto il mio rigore: ah! non fia ver che in femmina io sogni fedeltà.
La pietra del paragone
Opera by Gioacchino Antonio Rossini (1792 - 1868)
Se di certo io non sapessi Matches base text
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- by Luigi Romanelli (1751 - 1839) [author's text not yet checked against a primary source]
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Chi è colei che s'avvicina? Matches base text
Chi è colei che s'avvicina? È una prima ballerina. (finge che la ballerina parli ella stessa) «Sul Teatro di Lugano gran furor nel Solimano!» (finge di prendere del denaro) Mille grazie; siamo intesi; il giornal ne parlerà. Vien la mamma sola, sola. (come sopra) «Nel Traiano alla Fenice gran furor la mia figliola!» (come sopra) Mille grazie; siamo intesi: il giornal ne parlerà. La Fiammetta col fratello, altra prima sul cartello. (come sopra) Mille grazie; siamo intesi: il giornal ne parlerà. Ma la folla già s'accresce; tutti udir non mi riesce. Virtuosi d'ogni razza, che ritornano alla piazza, bassi, musici e tenori, pappagalli e protettori: osservate che scompiglio! che bisbiglio qui si fa! Largo, largo... ecco il maestro, il maestro don Pelagio: baci, amplessi... adagio, adagio... ma chi è mai quest'altro qua? È il poeta Faccia Fresca, che non sa quel che si pesca. Quante ciarle! Sì, signore, voi farete un gran furore: questa musica è divina: più bel dramma non si dà. Il poeta con le carte... Il maestro con la parte... Giusti dèi! che assedio è questo: chi mi salva per pietà?
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Il Conte Asdrubale Matches base text
Il Conte Asdrubale dolente e squallido nella sua camera si ritirò. Forse il più barbaro fra tutti gli astri disastri insoliti gli minacciò.
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A caccia, o mio signore Matches base text
A caccia, o mio signore, poeta eccellentissimo: se siete cacciatore, tirate, e si vedrà. (Pacuvio appoggia sgarbatamente il fucile ora alla spalla sinistra, ora alla destra) (ironicamente) Ma bravo!... anzi bravissimo! Gran preda si farà. Gli uccelli andranno al diavolo in piena sanità.
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Quell'alme pupille Matches base text
Oh come il fosco impetuoso nembo ci separò!... Clarice, il Conte invano chiamai sovente, e più l'altrui mi calse, che il mio periglio... Or tutto è calmo, e solo regna nel petto mio tempesta eterna. La mia tiranna io mi figuro in braccio, all'amico rival... sparsa le chiome... pallida... ansante... e lui veder mi sembra, che al sen la stringe... la conforta... e pasce l'avido ciglio in quella, fatta dal pianto e dal timor più bella. Quell'alme pupille io serbo nel seno: ma un guardo sereno non hanno per me. Deh! amor, se merita da te mercede la sempre candida mia lunga fede, fa' ch'io dimentichi sì gran beltà. Tu fosti origine del mio dolor: tu l'opra barbara correggi, amor.
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Pubblico fu l'oltraggio Matches base text
Pubblico fu l'oltraggio sia pubblica la pena, chi m'insultò, più saggio in avvenir sarà. Ch'io castigai l'altero, sia noto al mondo intero: è la vendetta un sogno quando nessun lo sa.
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Ah! se destarti in seno Matches base text
(a Clarice) Ah! se destarti in seno per me pietà non senti, lascia ch'io speri almeno dall'idol mio pietà. (a Giocondo) Caro amico, ah! tu lo vedi... ah! di me che mai sarà? (a Clarice) Al mio duol se tu non cedi, mostro sei di crudeltà. (all'uno e all'altra) Non vedrò mai più Clarice: e fia vero?... oh me infelice! (a Clarice fissando in lei lo sguardo) Le sembianze in te ravviso: il tuo volto in due diviso m'innamora, e orror mi fa. Più bramar non so che morte; altra spema a me non resta: l'ora estrema, oh dio! fu questa della mia felicità.
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Se per voi le care io torno Matches base text
Se l'itale contrade, che in fanciullesca etade abbandonai, preme il mio piè; se vidi il ciel natio; se dell'amata suora sulle stanche pupille io tersi il pianto, valorosi compagni, è vostro il vanto. (ai soldati) Se per voi le care io torno patrie sponde a vagheggiar, grato a voi di sì bel giorno il mio cor saprò serbar. CORO DI SOLDATI L'esempio, il tuo periglio a noi servi di sprone; né bomba, né cannone potevaci arrestar. CLARICE Viva il desio di gloria, che all'alme amar non vieta: ciascuno con me ripeta: «Marte trionfi, e Amor». (Sotto l'intrepida viril sembianza sento a risorgere la mia speranza: tra i dolci palpiti s'infiamma il cor.) CORO Qual volto amabile! vivace e nobile! Che ardir magnanimo gl'infiamma il cor!
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