Io son sì vaga della mia bellezza, che d'altro amor giammai non curerò, né credo aver vaghezza. Io veggio in quella, ogn'ora ch'io mi specchio, quel ben che fa contento lo 'ntelletto, né accidente nuovo o pensier vecchio mi può privar di sì caro diletto. Qual altro dunque piacevole oggetto potrei veder giammai, che mi mettesse in cuor nuova vaghezza? non fugge questo ben, qualor disio di rimirarlo in mia consolazione; anzi si fa incontro al piacer mio tanto soave a sentir, che sermone dir nol poria, né prendere intenzione d'alcun mortal giammai, che non ardesse di cotal vaghezza. E io, che ciascun'ora più m'accendo, quanto più fiso gli occhi tengo in esso, tutta mi dono a lui, tutta mi rendo, gustando già di ciò ch'el m'ha promesso, e maggior gioia spero più da presso sì fatta, che giammai simil non si sentì qui di vaghezza.
Tre canzoni dal Decameron
Song Cycle by Guido Alberto Fano (1875 - 1961)
1. Donna bella
Language: Italian (Italiano)
Text Authorship:
- by Giovanni Boccaccio (1313 - 1375), appears in Il Decamerone - Prencipe Galeotto
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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):
- FRE French (Français) (Francisque Reynard) , "Dame belle"
2. Donna gioconda
Language: Italian (Italiano)
Qual Donna canterà, s'i'non cant'io ; Che son contenta d'ogni mio disio? Vien dunque, Amor cagion d'ogni mio bene, D'ogni speranza, e d'ogni lieto effetto; Cantiamo insieme un poco Non de' sospir, nè delle amare pene, Ch'or più dolce mi fanno il tuo diletto, Ma sol del chiaro foco, Nel quale ardendo, in festa vivo, e 'n gioco, Te adorando, come un mio Iddio. Tu mi ponesti innanzi agli occhi, Amore, Il primo dì, ch'io nel tuo foco entrai, Un giovinetto tale, Che di beltà, d'ardir, né di valore Non sene troverebbe un maggior mai, Nè pure a lui eguale. Di lui m'accesi tanto, che aguale Lieta ne canto teco, signor mio. E quel, che 'n questo m'è sommo piacere, È, ch'io gli piaccio, quanto egli a me piace, Amor, la tua mercede. Perchè in questo mondo il mio volere Posseggo, e spero nell'altro aver pace, Per quella intera fede, Che io gli porto. Iddio, che questo vede, Del regno suo ancor ne sarà pio.
Text Authorship:
- by Giovanni Boccaccio (1313 - 1375), no title, appears in Il Decamerone - Prencipe Galeotto
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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):
- FRE French (Français) (Francisque Reynard) , "Dame joyeuse"
3. Donna mesta
Language: Italian (Italiano)
Niuna sconsolata da dolersi ha quant'io, che 'nvan sospiro, lassa!, innamorata. Colui che muove il cielo e ogni stella, mi fece a suo diletto vaga, leggiadra, graziosa e bella, per dar qua giù ad ogn'alto intelletto alcun segno di quella biltà, che sempre a lui sta nel cospetto: e il mortal difetto, come mal conosciuta, non m'aggradisce, anzi m'ha dispregiata. Già fu chi m'ebbe cara, e volentieri giovinetta mi prese nelle sue braccia e dentro a'suoi pensieri e de' miei occhi tutto s'accese; e 'l tempo, che leggieri sen vola, tutto in vagheggiarmi spese; e io, come cortese, di me il feci degno; ma or ne son, dolente a me!, privata. Femmisi innanzi poi presuntuoso un giovinetto fiero, sé nobil reputando e valoroso, e presa tienmi, e con falso pensiero divenuto è geloso; laond'io, lassa!, quasi mi dispero, cognoscendo per vero, per ben di molti al mondo venuta, da uno essere occupata. Io maladico la mia isventura, quando, per mutar vesta, sì dissi mai; sì bella nella oscura mi vidi già e lieta, dove in questa io meno vita dura, vie men che prima reputata onesta. O dolorosa festa, morta foss'io avanti che io t'avessi in tal caso provata! O caro amante, del qual prima fui più che altra contenta, che or nel ciel se' davanti a Colui che ne creò, deh pietoso diventa di me, che per altrui te obliar non posso; fa ch'io senta che quella fiamma spenta non sia, che per me t'arse, e costà su m'impetra la tornata.
Text Authorship:
- by Giovanni Boccaccio (1313 - 1375), appears in Il Decamerone - Prencipe Galeotto
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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):
- FRE French (Français) (Francisque Reynard) , "Dame triste"
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