Italian (Italiano) translations of Drie sonnetten van Shakespeare, opus 72

Più io li tengo chiusi, più i miei occhi son chiari,
perché di giorno cose da niente osservano;
Ma quando dormo, sei tu che in sogno appari,
e, illuminati nel buio, la scura tenebra vincono. 
E allora tu, ombra che ogni ombra rischiara, 
quale ombra saresti, d'aspetto divino,
nel chiaro giorno con la tua luce più chiara,
se la tua ombra splende ai ciechi perfino? 
Quanto, io dico, faresti la mia vista beata
se contemplasse te nella piena luce del giorno,
Se già nella morta notte la tua bella ombra incompleta
fa presa su occhi ciechi chiusi in pesante sonno?
I giorni notte si fanno fino a che non ti scorgo,
Le notti, giorni splendenti non appena ti sogno.

Tra i miei occhi e il mio cuore si è stretto un accordo
e l'uno verso l'altro ora si volge in aiuto:
quando il mio occhio ha fame di uno sguardo
o quando il cuore amoroso dai sospiri è soffocato,
dell'immagine amata allora il mio occhio si nutre
e a questa immaginaria mensa invita il mio cuore;
un'altra volta è il cuore che i miei occhi accoglie
per spartire con loro ogni moto d'amore:
così, sia in forma di immagine o di pensiero amoroso,
ancora a me resti presente, anche se distante,
perché non sei da me più lontano di ogni cosa cui penso,
e io sto con queste, e queste te hanno in mente;
     O, se dorme il pensiero, la tua figura al mio cospetto
     ridesta il cuore, al cuore e agli occhi diletto.

Se l'ottusa sostanza della mia carne fosse intelletto
La distanza crudele non mi fermerebbe ora,
perché mi ritroverei, dello spazio a dispetto,
dai più remoti confini, là dove tu hai dimora.
Che importerebbe, allora, che calcasse il mio piede 
La terra che, da te, resti la più remota;
ché l'agile pensiero su terra e mare incede
nell'attimo in cui immagina la sua lontana meta.
Ah! Il pensiero di non esser pensiero, m'uccide tosto,
pensiero che lunghe miglia varchi quando sei assente,
ma purtroppo, poiché di acqua e di terra sono composto,
devo aspettare i comodi del tempo, tutto gemente.
   Da così lenti elementi, senza altro frutto
   Che lacrime pesanti, segno del loro lutto.