Senza più casa, dove mi tocca andare?
Un desiderio ardente mi guida, andrò dove devo.
Freddo soffia il vento invernale sull'erica delle colline:
fitta batte la pioggia e la mia casa giace nella polvere.
Amata da brava gente era l'ombra della mia veranda,
Sulla porta li accoglieva un benvenuto sincero --
Cari giorni di un tempo passati davanti al focolare,
bella gente di un tempo, non tornerete più.
 
La casa era una vera casa a quel tempo, piena di visi gentili,
una vera casa, lieta per il bambino.
Col focolare e le finestre accese che illuminavano la brughiera;
Canti, soavi canti, ne facevano un palazzo nella natura selvaggia.
Ora quando si affaccia il giorno ai bordi della brughiera,
deserta sta la casa, e freddo è il camino.
Che siano deserti: gli amici sono tutti partiti,
i cuori gentili e sinceri, che amarono quei posti di un tempo.
 
Tornerà la primavera, ancora una volta, a richiamare la pernice,
e porterà sole e pioggia, e api e fiori;
rossa si farà l'erica su valli e colline,
leggera fluirà la corrente nelle ore che scorrono eguali.
Bello risplende il giorno come al tempo della mia infanzia --
Bello il giorno risplende davanti alla casa dalle porte spalancate;
Vengono uccelli e gridano e cinguettano sul camino --
Ma io me ne vado per sempre e non farò più ritorno.