Se il mio desiderio potesse avverarsi -
La ricompensa dell'amore provato
Vi canterei nel nobile tono tedesco
Di uno Stolberg!...
Spesso elevava una piccola cosa
Con le ali audaci dell’aquila in volo
Con pazienza e sincerità
Verso le vette della gioia.....

Quale catena può impedirglielo? -
Al seno materno, per vero,
lascia che la coppia benedetta
Abbia già vuotato la coppa magica; -
Quanto è futile la vanità degli uomini?
Bastano uno sguardo e l’intuito a insegnartelo:
Ti ha dato solo metà del nettare, -
E se ci sei! Hai bevuto con me!...

Alto e solido, come una eterna cosa,
Si ergeva il castello di un cavaliere, -
Orsi, posti all’ingresso a sorvegliare,
soffiavano minacciosi e pronti in difesa; -
Torri in gran numero ornavano le mura
Come giganti, - brividi di paura
giungevano fragorosi, come un mare in tempesta
Dalle cime degli abeti, alti nella foresta .

Ma il tormento di un cupo dolore
consumava in segreto l’animo e  il cuore
di questo valoroso cavaliere,
che nessun nemico osava sfidare; -
Spesso, prima che spuntasse il giorno,
chiedeva,  svegliandosi  dal sonno -
ora con un sospiro, ora con un urlo:
Dov'é il mio caro ultimo figlio?

«Padre! Non chiamare più il tuo figliolo amato» -
sussurrò Emma a sua volta -
«Sereno e fiero nel suo letto riposa
e nessuno più lo ha turbato»
Il cavaliere risponde “Non devo chiamarlo? - 
Sono sette in tutto figli che in battaglia ho perduto -
Ormai è da quindici anni che piango 
per la donna che li ha partorito.

Emma lo sente e si stringe tremante
al padre piangendo ai suoi piedi:
«Padre! Guarda tua figlia! Non vedi
come  da sempre il tuo affetto ha cercato?» … …
Come quando per dare sollievo
Un messaggero divino discende dal cielo,
La figlia con lo sguardo e la parola
Infonde al cavaliere una  forza nuova.

Con ardore egli la stringe al suo cuore
«Figlia mia ti chiedo perdono
ho scordato quale tesoro
ancora possedevo, accecato dal dolore!… …
Ma tu non hai parlato per scherzo -
Perciò ora vienimi dietro
lungo l’oscuro  percorso
con poche candele e il loro lume fioco»… …

Lei lo segue, tremando - e giungono presto
nella cripta, tetra e profonda,
dove la schiera degli avi aveva la tomba; -
e in cerchio, appese a ganci d’argento,
sette lampade, facevano luce costante,
ma sepolcrale, debole e tremolante
sette erano le lampade, e queste soltanto
illuminavano l'oscurità di quel posto.

Sotto ogni lampada una lapide soltanto … …
A raccontarlo non mi riesce … …
Tutto appariva talmente triste
Ed era capace di muovere, al pianto … …
“Presso questi resti sacri
dalle lampade illuminati”
grida poi lui ad alta voce
“ascolta, figlia, cosa tuo padre ti dice”

La mia stirpe fin dai tempi antichi
era - come ai cavalieri si addice -
severa, famosa, e audace; -
Ora in oscuri sepolcri
la stirpe di valorosi sprofonda, -
di quelli che mi rendevano lieto -
fino al giorno in cui il suono della tromba
tutti avrà resuscitato.

I tuoi fratelli non hanno mai scordato
il valore di questi grandi antenati;
dall’impero e dall’imperatore apprezzati
per la loro spada, un baluardo alato; -
Ah, i coraggiosi sono caduti!… …
Che mi siano, figlia, da te restituiti
prendendo in sposo un nobile eletto,
e di eroica stirpe, e da te prescelto!… …

Ma sia maledetto… … « ... E così maledicendo -
come spaventato dal buio e dal ribrezzo -
si affrettò a trascinarla all’esterno
da quel luogo raccapricciante e orrendo; -
Emma barcollò riattraversando l’ingresso:
«Padre, maledizioni non lanciare! -
Pensa al cielo e al giudizio finale! -
Oh, non maledire, non maledire!»

Pallido come lei, preso da tremore,
Era lì anche lo scudiero del cavaliere; -
Che si sentiva come un peccatore
colpito da divino timore -
Osava a malapena respirare,
La candela riusciva a stento a tenere,
Debole come chi ha la febbre, conservava un po’ di forza
ancora e solo nella sua mano destra.

Adelwold ….si chiamava;  era un povero orfano
per pietà il cavaliere lo aveva portato sul suo cavallo
e insieme erano giunti al castello,
Al ritorno di un lungo viaggio -
fu nutrito con bevande e cibo
accolto e trattato come un figlio
spesso, coi figli del cavaliere,
restava volentieri a parlare e a giocare.

Riguardo a Emma... l’anima di lui tutta intera
intorno a quella di lei appariva intessuta...
Una simpatia precoce era sbocciata?....
Felice, lei depose - una volta -  una corona  
sulla lancia di lui  durante un torneo -
E poi iniziò a danzare leggera
in un modo insieme onesto e audace,
come soffia la brezza in tempo d’estate… …

Presto il fanciullo di umile origine
sbocciò in uno splendido giovane
e la bontà paterna del suo tutore -
lui ebbe più volte occasione di ricambiare.
Ma ardente e sempre più ardente -
un sentimento che cercava di smorzare, -
Lo legava sempre più fortemente,
Alla fanciulla oggetto del suo amore; -

Sempre più forte anche lei rimaneva legata
al suo Adelwold dolce e fidato...
«Stemmi, terre e oro, non hanno significato
se la tua amicizia fosse perduta.
Che valore hanno i tanti ornamenti miei?
Che valore hanno i banchetti e i tornei?
Stemmi, terre, ornamenti e oro
non valgono Adelwold anche solo sognato!»

Questo la fanciulla a lungo pensava
quando il velo grigio della notte la avvolgeva;
Spesso andava vestita a lutto -
Oh, quanto erano cari al suo cuore! -
Ora, e per primo, il suo fedelissimo amore -
Ora suo padre... Creature
mostruose sembravano allora minacciare
ogni scelta, come angoscianti pene infernali.

E all’improvviso - mentre Emma sta pregando,
e piange, e fino a tarda notte sta a vegliare, -
avvolto in abiti da pellegrino, compare
Adelwold in piedi al suo fianco:
«Non adirarti, amore mio sacro! -
Per ciò che da te mi spinge lontano; -
A Dio io affido ogni tua sorte
e rimango tuo in vita ed in morte!

Questo bastone mi guiderà
a Sion, in Terrasanta -
dove forse un mucchietto di sabbia
presto il mio  povero corpo coprirà… …
La mia anima non può accettare -
di macchiarsi di tradimento
nei confronti dell'uomo che, generoso e mite,
mi ha protetto e mi ha dato alimento.

“Da ragazzo sognavo beato...
perdonami, Angelo mio!
Perché quasi un mendicante sono,
e solo questo cuore è mio”.
Rispose allora Emma “Mio dolce giovane,
con questo bastone mi porti alla tomba, crudele,
uccidendo - Dio ti perdoni! -
Colei che ti ha amato ed amerà per sempre».

E già, rapito, il giovane era esitante -
Mentre il braccio casto della fanciulla -
Ah, così bianco, morbido e caldo!
Lo circondò e al petto lo strinse...
Ma più terribile apparve ai due l’emozione -
Che il bacio aveva appena destato -
E temendo la  paterna maledizione
dai cuori in tumulto l’emozione fu presto strappata.

Poi lui rapido scomparve - come, nella leggenda,
il fantasma notturno rapido scompare,
quando sente che sta per albeggiare...
«Lenisci, padre, il mio dolore!… …
Nessun suono dalla tua bocca!
Nessuna lacrima sul tuo viso!
Nessun sole che mi illumini!
Nessuna notte che mi rinfreschi!»

Lei giura che per sempre da quel momento
rifiuterà di indossare oro, seta o gioiello
E non vorrà nemmeno cameriere,
e nessun paggio - assegnato a servire;
Spesso, è veduta al chiaro di luna,
Che a piedi nudi cammina sopra qualche rovina,
fra roveti selvaggi, su ripidi luoghi oppure in radura,
La donna che al giuramento resta fedele ancora.

Ed anche il cavaliere ora china il capo
e sempre più in basso lo tiene piegato.
A stento ormai crede al suo vaneggiare:
e sospirando ora si chiede:
che cosa, quel giovane ha potuto ferire.
Forse una serie di invidie ed intrighi? -
O forse……  Come quando compare di notte uno spettro
a spaventarlo è ora un suo pensiero.

Cavaliere, già un vento di morte soffia
dal sepolcro destinato alla tua povera Emma.
E gufi e corvi si accalcano a frotte
sui sepolcri degli avi intuendo la morte.
Guai a te! Seguendo il pellegrino
Lei morirà con lui per un comune destino
e insieme andranno dove più che lo scudo o l’elmo
contano la virtù e l’amore in eterno… …

Ma dove è colui che sa leggere il futuro?
Nei nostri sogni solo a stento,
possiamo percepire
la traccia di qualche suo passo… …
Trasportata da un  vento afoso,
Una scheggia incandescente incendia il castello -
E questo accadimento miracoloso
ogni problema risolve d’un colpo

Come onde fragorose,
tutt'intorno si propagano le fiamme -
con un cupo boato rimbombando
colonne e volte, travi e pietre,
cadono rapidamente rovinando; -
Grida di paura e disperazione risuonano
terrificanti negli ampi saloni, -
Precipitandosi e senza fiato escono dal castello servi e padronii.

«Signore! Signore! Abbi pietà!» -
Grida il vecchio cavaliere con sguardo allucinato -
«Dio! - Figlia mia! - E’ rimasta indietro! -
Salvatela - che Dio vi protegga! -
Terre e tributi, oro e argenti,
Ogni ricchezza da me posseduta,
Darò a chi la salva come ricompensa, -
rinuncio anche alla mia stessa vita!».

Scivolano via come da orecchie sorde
le grida e le promesse dell'afflitto...
Ma ecco che arriva, tutto d’un tratto
colui che sempre fedeltà ha giurato -
e si precipita fra le porte di fuoco, -
e tutto contento affronta il pericolo … …
Tutti i presenti, più vicini o lontani,
Pensando a un inganno, guardano stupiti.

Brace su brace! - sembra fallire ogni sforzo!… …
Poi, finalmente,  lui riesce a prendere in braccio
il dolce fardello, che pare ormai freddo
e sembra aver perso ogni traccia di vita; -
Ma ecco che ora un lieve tremore
a poco a poco risveglia il respiro e il cuore, -
E attraverso le fiamme, il fumo e l’orrore
lui la porta in salvo all’aperto, felice.

Le guance di lei si fanno di porpora -
Proprio nel punto dove le ha baciate il suo amore....
«Giovane! - Emma chiede - dimmi chi sei
Ti prego - nel dolore che provo: -
Forse - come spesso hanno cantato i poeti - mi trovo
fra le braccia di un angelo,
Che nel suo volo terreno
Ha assunto il sembiante dell’uomo che amo?»….

Lui rabbrividisce rigido per uno stupido timore, -
Perché ha visto  il cavaliere vicino al portone
Che sta ad ascoltare con molta attenzione
il suono di quelle dolci parole...
Lui decide, allora,  di ritornare nel deserto,
e imprecando, trepidante e sprezzante,
schiaccia con un dolore, come un macigno pesante
il suo cuore così onesto e grande!

Ma lui che dubitava viene incoraggiato
presto dal saluto e dal bacio del padre di Emma,
Che nel più dolce godimento
ha il viso da lacrime di gioia tutto rigato:
«Sei tu? - Sei tu? - Dimmi, da dove vieni?
Cosa da me ti ha tenuto lontano?
E cosa a me e ad Emma ti ha restituito?
- mai sarò in grado di ricompensarti per questo»

«Per liberarmi dalla tua maledizione -
Chi la merita più di me? -
Che per me era un costante tormento
Mi rifugiai in un monastero
dove i monaci facevano festa,
Io invece a lacrime e digiuno fui rifocillato -
Finché la schiera dei pii pellegrini
per affrontare il viaggio si riunì al completo;

Ma con catene invisibili
La mano di Dio mi ha trascinato
Da un paese all'altro
di nuovo fino a questo castello; -
per salvare scommetterei ciò che mi era più caro -
Le tempeste mi avrebbero dato le ali… …
Te la consegno ora, cavaliere! - Con te prendila e pronuncia
la tua sentenza sul mio tradimento”… …

Emma attende, in cupo silenzio,
che la circonda come a mezzo della notte; -
Più immobili di una statua di marmo
Attendono gli astanti pieni di timore;
Perché i codardi non credevano
Che i modi orgogliosi del cavaliere
potessero mai essere piegati
Da un coraggioso privo di  beni e famosi antenati.

Ma il cavaliere disse «Emma ti appartiene,
è da tempo che il cielo lo ha deciso, -
tu Adelwold sei più puro dell’oro -
e la nobiltà de tuo animo è il tuo prezioso tesoro; -
Prendila! - con gioia a te la affido! -
Prendila! - Il cielo lo ha deciso;
Dinanzi agli angeli, col sigillo di un tuono fragoroso,
è stato proclamato che sarai di Emma lo sposo.

Vi accompagnerà la benedizione di un padre
e Colui che un giorno mi dovrà giudicare
avrà una ragione per perdonare
il vano orgoglio di cui mi sono macchiato -
Così più leggero, sulla bilancia,
sarà il peso di questo mio peccato,
che sull’orlo della tomba
vi aveva quasi trascinato.

Ora stretto ai due nell’abbraccio più lieto,
Il vecchio rivolge gli occhi verso il cielo:
«I giorni che mi restano saranno i più felici!»… …
Il volto di lui appariva trasfigurato
da quegli sguardi estatici -
E sulle rovine che ancora fumavano
Egli sigillò in silenzio il legame
unendo la mano di lui alla di lei mano.