Nei tempi antichi non si stimava bello il nero,
o, se lo era, bello non era chiamato;
ma oggi il nero è stimato, di bellezza, l’erede vero
mentre la bellezza col marchio di bastarda è calunniata.
Perché da quando ogni mano ha rubato il potere alla Natura
facendo di ogni bruttezza una falsa bellezza,
la vera bellezza non ha più un nome né una sacra dimora,
ed è profanata  o caduta in disgrazia.
Perciò gli occhi della mia donna sembrano due corvi neri,
fatti per il lutto o per consolare il lamento
di quelle che, non nate belle, vogliono farsi tali
e la creazione calunniano  con un falso ornamento.
Eppure il loro lamento è convincente al punto
che ogni lingua chiama bello ciò che rimane brutto.