Settembre, andiamo. É tempo di migrare. Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori Lascian gli stazzi e vanno verso il mare: Scendono all'Adriatico selvaggio Che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti Alpestri, che sapor d'acqua natìa Rimanga nei cuori esuli a conforto, Che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d'avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, Quasi per un erbal fiume silente, Su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente Conosce il tremolar della marina! Ora lungh'esso il litoral cammina La greggia. Senza mutamento è l'aria. Il sole imbionda sì la viva lana Che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquìo, calpestìo, dolci romori. Ah perchè non son io co' miei pastori?
Cinque Liriche
by Ildebrando Pizzetti (1880 - 1968)
1. I pastori
Language: Italian (Italiano)
Text Authorship:
- by Gabriele D'Annunzio (1863 - 1938)
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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):
- ENG English (Ryan Bede) , "The Shepherds", copyright © 2025, (re)printed on this website with kind permission
- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Les bergers", copyright © 2013, (re)printed on this website with kind permission
2. La madre al figlio lontano
Language: Italian (Italiano)
O figlio, figlio, in che mondo ti trovi? Da quanti mesi qua sola t'aspetto! Ogni mattina riguardo il tuo letto: È sempre intatto coi lenzoli novi Ed ogni sera mi rimetto a farlo E lungamente ti sorrido e parlo. E come spiego i candidi lenzoli, Dico che tanta pace ti consoli. Scuoto i cuscini, li dispongo e dico: L'amor più bello e il più fedele amico! E poi rincalzo sotto le coperte: Così d'argento sette sacchi e sette! O figlio, figlio, nel tuo letto bianco Torna una notte sola a riposare: Forse dormi sui monti o lungo il mare: Ti manca un letto quando sei più stanco. E il tuo bel letto lo ritrovo intatto, E dentro il petto mi ribevo il pianto. Ma questa sera son tranquilla, Sento che torni a casa e dormi nel tuo letto. Accendi il lume, fermati un momento, Guarda il cuscino bello di merletto. L'ho rinnovato quando mi sei nato: Pel tuo ritorno, figlio, l'ho serbato.
Text Authorship:
- by Romualdo Pàntini (b. 1877)
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Researcher for this text: Emily Ezust [Administrator]3. San Basilio
Language: Italian (Italiano)
San Basilio viene di Cesarea: Porta scarpe di bronzo e ferree vesti. "Basilio mio, donde vieni, e ove scendi?" "Dal maestro vengo, e a mia madre vo," "Se vieni dal maestro, dicci l'abbiccì. E il pastorale era verde, e gettò un ramo, Un ramo con fronde d'oro, trapunto in argento.
Text Authorship:
- by Niccolò Tommasèo (1802 - 1874)
Based on:
- a text in Greek (Ελληνικά) from Volkslieder (Folksongs) [text unavailable]
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Researcher for this text: Emily Ezust [Administrator]4. Il clefta prigione
Language: Italian (Italiano)
Oggi, Demo, gli è pasqua, oggi fiera: I prodi fan festa, e tirano al bersaglio: E tu, Demo mio, a Giànnina, alla porta del visire, In catene, in ceppi, in trista carcere. E tutto il mondo tel dicevano, e Turchi e Romei: Demo caro, sta savio, se ti tocchi l'armatolato. "E che mal vi fec'io, che piangete su me? Faccia Iddio e la Vergine e sire san Giorgio, Che guarisca la mia mano, ch'io cinga la spada, E alfin venga la primavera, venga la state, Che s'infrondino i rami e chiudano le viottole, Ch'io prenda il mio fucile, ch'io cinga la mia spada, Ch'io pigli l'opposto lato dei monti, dell'alte cime, Ch'io faccia arrosto pecore pingui e grossi montoni, Ch'io lasci madri senza figliuoli, spose senza mariti."
Text Authorship:
- by Niccolò Tommasèo (1802 - 1874)
Based on:
- a text in Greek (Ελληνικά) from Volkslieder (Folksongs) , a popular Greek poem [text unavailable]
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Researcher for this text: Emily Ezust [Administrator]5. Passeggiata
Language: Italian (Italiano)
Due in confidenza, dritti come re, S'andava per le strade, fuor delle poesie, Un fiore per te e una foglia per me E sleghiamo le fantasie! S'era in due - soli fra muro e muro, Senza badare a chi passa, a chi vede, Occhio vuoto ma passo sicuro Imperatori in buona fede. S'incontravano i monti ad uno ad uno, I tralci salutavano in giallo altalenìo Ma non si parlava a nessuno: Ognuno era all'altro il suo dio. Per quanto era largo il mondo dintorno Fiatava per l'aria odore d'amore. Noi, quasi amanti del primo giorno, Si sentiva alle gote un bruciore. Ma s'era così felici, sudati, affannati, Brilli d'egoismo perfetto, Ci pareva ormai d'esser soldati Con dieci medaglie sul petto. Alla fine, alla fine della salita, Nell'ultima baia dell'orizzonte, Una luna di velo senza vita Si stacca leggera da un monte. Tutto è uguale e compagno all'infinito, Colmo è il cuore: per nulla rintocca; Eppure, un momento, ho sentito L'umido bacio della tua bocca.
Text Authorship:
- by Giovanni Papini (1881 - 1956)
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Researcher for this text: Emily Ezust [Administrator]Total word count: 628