Voglio un amore doloroso, lento, che lento sia come una lenta morte, e senza fine (voglio che più forte sie della morte) e senza mutamento. Voglio che senza tregua in un tormento occulto sien le nostre anime assorte; e un mare sia presso a le nostre porte, solo, che pianga in un silenzio intento. Voglio che sia la torre alta granito, ed alta sia così che nel sereno sembri attingere il grande astro polare. Voglio un letto di porpora, e trovare in quell’ombra giacendo su quel seno, come in fondo a un sepolcro, l’Infinito.
Italian Songs
Song Cycle by Andrew Ager (b. 1962)
1. Voglio un amore doloroso  [sung text not yet checked]
Language: Italian (Italiano)
Text Authorship:
- by Gabriele D'Annunzio (1863 - 1938)
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Researcher for this page: Andrew Schneider [Guest Editor]2. Benedetto sia il giorno  [sung text not yet checked]
Language: Italian (Italiano)
Benedetto sia 'l giorno, e 'l mese, e l'anno, E la stagione, e 'l tempo, e l'ora, e 'l punto E 'l bel paese e 'l loco, ov'io fui giunto Da'duo begli occhi che legato m'ànno; E benedetto il primo dolce affanno Ch'i' ebbi ad esser con Amor congiunto, E l'arco e la saette ond' i' fui punto, E le piaghe, ch'infino al cor mi vanno. Benedette le voci tante, ch'io Chiamando il nome di Laura ho sparte, E i sospiri e le lagrime e 'l desio. E benedette sian tutte le carte Ov'io fama le acquisto, e il pensier mio, Ch'è sol di lei, si ch'altra non v'ha parte.
Text Authorship:
- by Francesco Petrarca (1304 - 1374), no title, appears in Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta) , in 1. Rime In vita di Madonna Laura, no. 61
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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):
- ENG English (A. S. Kline) , no title, copyright © 2002, (re)printed on this website with kind permission
- FRE French (Français) (Francisque Reynard) , "Sonnet XXXIX"
- LIT Lithuanian (Lietuvių kalba) (Giedrius Prunskus) , copyright © 2022, (re)printed on this website with kind permission
- SPA Spanish (Español) (Wilson Hidalgo) , "Bendito sea el día", copyright © 2007, (re)printed on this website with kind permission
Researcher for this text: Emily Ezust [Administrator]
3. Voi ch'ascoltate  [sung text not yet checked]
Language: Italian (Italiano)
Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond’io nudriva ’l core in sul mio primo giovenile errore quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono, del vario stile in ch’io piango et ragiono fra le vane speranze e ’l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno; et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto, e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno.
Text Authorship:
- by Francesco Petrarca (1304 - 1374), no title, appears in Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta) , in 1. Rime In vita di Madonna Laura, no. 1
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- ENG English (A. S. Kline) , no title, copyright © 2002, (re)printed on this website with kind permission
4. Io mi son giovinetta  [sung text not yet checked]
Language: Italian (Italiano)
Io mi son giovinetta, e volentieri m'allegro e canto en la stagion novella, merzé d'amore e de'dolci pensieri. Io vo pe'verdi prati riguardando i bianchi fiori e' gialli e i vermigli le rose in su le spine e i bianchi gigli e tutti quanti gli vo somigliando al viso di colui che me, amando, ha presa e terrà sempre, come quella ch'altro non ha in disio ch'e' suoi piaceri. De' quai quand'io ne truovo alcun che sia, al mio parer, ben simile di lui, il colgo e bacio e parlomi con lui, e com'io so, così l'anima mia tutta gli apro, e ciò che 'l cor disia; quindi con altri il metto in ghirlandella legato co'miei crin biondi e leggieri. E quel piacer, che di natura il fiore agli occhi porge, quel simil mel dona che s'io vedessi la propia persona che m'ha accesa del suo dolce amore, quel che mi faccia più il suo odore esprimer nol potrei con la favella, ma i sospir ne son testimon veri. Li quai non escon già mai del mio petto, come dell'altre donne, aspri né gravi, ma se ne vengon fuor caldi e soavi, e al mio amor sen vanno nel cospetto, il qual come gli sente, a dar diletto di sé a me si muove e viene in quella ch'i'son per dir: Deh vien, ch'i'non disperi.
Text Authorship:
- by Giovanni Boccaccio (1313 - 1375), appears in Il Decamerone - Prencipe Galeotto, Nona Giornata, Conclusione
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- FRE French (Français) (Francisque Reynard) , no title
Researcher for this text: Emily Ezust [Administrator]
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