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Arie

Song Cycle by Barbara Strozzi (1619 - 1677)

Translated to:

French (Français) — Arias (Guy Laffaille)

Consacrate
ALL' ALTEZZA SERENISSIMA
DI MADAMA SOFIA
Duchessa di Bransvich, e Luneburg, nata Principessa
Elettorale Palatina.
Opera Ottava.

IN VENETIA MDCLXIIII. Apresso Francesco Magni dello Gardano
~ MADAMA SERENISSIMA ~
Vola per tutta Europa con tanto applauso sovra l’ali dell’immortalità
il nome Serenissimo di V A [Vostra Altezza], che per publicarlo
maggiormente non ha più Trombe la Fama, ne più voci la Gloria: onde
non più stupore, s’anco un ingegno di Nottola a tanto nome si scuota,
già che à V A, che è ammirata per la Pallade dell’Universo, non
desdirà, come tale il vederselo à piedi.

La maraviglia dopo, che hebbe fortuna di conoscere l'A V, più
non si partì dall'Auguste soglie d'Hanovure, e giurò ch'in una
Sola SOFIA stava accolto quanto d'Heroico, di maestoso, e di
vago vidde né trascorsi, e né presenti secoli il mondo.
      
Ecco dunque, che tratta dalle singolari Virtù di V A. ardisco di
consecrare al suo Regal Genio queste musiche Note, proprie, anzi
dovute al Nume del suo gran merito, che dando ricovero ne suoi
Regii Alberghi alle muse fà sentire alle Sirene dell'Adria le
voci de più esquisiti Cantanti; godendo, che sì come gl'Atavi
Suoi Gloriosi hanno sotto il Britannico, e Teutonico Cielo fatte
germogliare le palme, e le Corone, così hora si rimirino
circondate altre si à V A le choime d'Allori. Aggradisca
humilmente la supplico questa humile mia oblatione, degnandola
dell'aspetto favorevole della Sua Serenissima gratia, pregando
il Cielo à guardare lungamente l'A V per esemplare, e Idea delle
Prencipesse, e Regine
      
Di V A Serenissima
Humilis, Devot. & osseq. serva
Barbara Strozzi

1. Cieli, stelle, deitade, or chi distempra
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Cieli, stelle, deitadi, or chi distempra
in colori l'aurora, onde di donna,
che cieli stelle e deità pareggia,
le glorie, il bello e i nobili sembianti
con canoro pennello,
con pennelli di penne io pinga e canti?
Vago crine, che ruine
porti all'alme, che più stami
di legami ordisc'ai cori,
sia poco al paragon de' suoi tesori.
Occhi vaghi, mai non paghi
Di ferire che zaffiri
Con bei giri d'alte tempre,
siansi piccioli cieli et ardan sempre.
Vago neo sulla sinistra
guancia poi si raffigura,
onde pose dopo fatto
volto candido et intatto
in un bello oltre misura
punto fermo la natura.
Delle labra e della bocca
che fan scorno agl'eritrei
dir vorrei,
ma chi dir può? Io non so
quai più sian belle in effetto,
o le perle ch'ha in bocca o quelle in petto.
Lusinghiere catene,
adorabili orgogli,
placidissimi sdegni, onesti sguardi,
soavissime fiamme e care morti
in ogn'atto riserba:
il tratto è maestoso
il passo è imperioso
che su troni di regni e in un d'ardori
può premer l'alme e calpestarre i cori.
Ma del senno e della destra
chi dirà lode che baste,
dotto l'un, l'altra in palestra,
carte verga e stringe l'aste.
Così può, così vale in pace e in guerra
una SOFIA per due Minerve in terra!
Ma dove spieghi il volo,
se d'aquila non sei, penna inesperta?
Serban sì con più vivi alti colori
più delle carte il suo ritratto i cori.

Text Authorship:

  • by Giuseppe Artale (1628 - 1679)

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Cieux, étoiles, divinités, qui colorient", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

2. E giungerà pur mai
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
È giungerà pur mai
alle linea crudele
de miei lunghi tormenti
il punto (ò forse) fatte son senza fine
figlie d'eternità
le mie ruine terminerà mai
d'agitarmi il destino d'affligermi
la sorte
nò, nò, nò, nò
che solde miei guai fine è la morte.
Troppo Barbara è crudele
è la stella che tirannami
con danna a rei martiri
son tributi di ciel
pianti e sospiri son troppo severe
le luci beate son troppo guerriere
due ciglio in arcate
ond'io ferite (ahì lasso)
senza speranza di salute (Oh Dio)
bersaglio a doppio telo son morto
in vita e disperato in cielo.
Ah sì, deh vieni ò morte
à consolar mia vita
chiuderò gl'occhi al fine
in sempiterna notte
à dispetto del ciel d'amore a scorno.
Se dico che deliro chiamo
la notte è m'ha ferito il giorno.
Sì, sì, vieni o mio bel dì
mentre amando avampo e moro
che crudel così anco Barbara t'adoro.
Così folle d'amore
parlava nò ma delirava un core
quando per trarlo il cielo
da Barbara prigione consigliolo à partire.
Che non si vince Amor che col fuggire.

Text Authorship:

  • by Giuseppe Artale (1628 - 1679)

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Elle ne parviendra jamais", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

3. Hor che Apollo è à Theti in seno
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Hor che Apollo è à Theti in seno
E il mio sol stà in grembo al sonno
Hor ch'à lui pensand'io peno
Ne posar gl'occhi miei ponno.
A questo albergo per sfogar il duolo
Vengo piangente innamorato e solo.

Sì, sì, Filli, questo core
Che per Amor si more,
A' te vien supplicante
De tuoi bei lumi amante.

Mira al piè tante catene
Lucidissima mia stella
E se duolti ch'io stia in pene
Sì men cruda ò pur men bella.

Se men cruda pietade havrò
Del mio servir saprò che m'ami
E se men bella io frangerò
I legami.

Vedi al core quante spine
tu mi dai vermiglia rosa,
E se sdegni mie rovine
Sì men fiera ò men vezzosa.

Mà isfogatevi,
Sprigionatevi,
Miei sospir,
S'io già comprendo
Che di me ride Filli,
Anco dormendo.

Ride de miei lamenti certo, questa crudele
E sprezza i prieghi miei le mie querele.
Deggio perciò partir senza conforto
Se vivo non mi vuoi, mi vedrai morto.

Mentre altrove il piè s'invia,
Io ti lascio in dolce oblio.
Parto, Filli, parto anima mia,
Questo sia l'ultimo à Dio.

Text Authorship:

  • by Anonymous / Unidentified Author

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Maintenant qu'Apollon est sur le sein de Thétis", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

4. L'Astratto
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Voglio sì, vo' cantar: forse cantando trovar pace potessi al mio tormento!
Ha d'opprimere il duol forza il concento.
Sì, sì, pensiero, aspetta: a sonar cominciamo
e a nostro senso una canzon troviamo.

"Ebbi il core legato un dì
d'un bel crin..."
La strac[c]erei: subito ch'apro un foglio
sento che mi raccorda il mio cordoglio.

"Fuggia la notte e['l] sol spiegava intorno..."
Eh, si confondon qui la nott' e'l giorno!

"Volate, o Furie, e conducete
un miserabile al foco eterno..."
Ma che fo nell'inferno?

"Al tuo ciel, vago desio
spiega l'ale e vanne..."
Affé che quel che ti compose
poco sapea dell'amoroso strale!
Desiderio d'amante in ciel non sale.

"Goderò sotto la luna..."
Or questa sì ch'è peggio!
Sa il destin degl'amanti -- e vuol fortuna.

Misero! I guai m'han da me stesso astratto,
e cercando un soggetto
per volerlo dir sol cento n'ho detto.

Chi nei carcere d'un crine
i desiri ha prigionieri,
per sue crude aspre ruine
nemmen suoi sono i pensieri.

Chi ad un vago alto splendore
die' fedel la libertà,
schiavo alfin tutto d'amore
nemmen sua la mente avrà.

Quind'io, misero e stolto,
non volendo cantar, cantato ho molto.

Text Authorship:

  • by Giuseppe Artale (1628 - 1679)

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Le préoccupé", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

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5. Aure giacche non posso
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Aure giacche non posso
dall' idol mio lontan
dirgli il mio duolo
con voi portate à volo nel sendi
Lidio i miei sospiri ardenti.
Ma non fermate o venti
temo che le mie fiamme
sten prino il vostro gelo
è ch'infocato il cielo
dall'ardor mio profondo
partorir possa un novo incendio al mondo.
Il mio cor che sta lontano
dalla sfera del suo foco
mai non posa e cerca invano
trovar quest'in nessun loco.
È follia che lontananza
sani mai le piaghe al core
se più cresce e più s'avvanza
in me ogn'or l'aspro dolore.
Per far più possenti
suoi colpi cupido
lontana l'infido
la corda dall'arco.
Cosi mentr'io varco altre onde
altre arene lontan dal mio bene
io provo nel core
più acuti gli strali
del nume d'amore.
Tornatemi o catene al bel che mi legò
amante fortunata all'or cantar potrò
che lontananza vana
fa nove piaghe al core e non le sana.

Text Authorship:

  • by Aurelio Aureli (flourished 1652-1708)

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Brises, puisque je ne peux pas", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

6. Che si può fare
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Che si può fare
le stelle
rubelle
non hanno pietà
che s'el cielo non da
un influso di pace
al mio penare
che si può fare.
Che si può dire
da gl'astri
disastri
mi piovano ogn'or;
che si può dire
che le perfido
amer un respiro
di niega al mio martire
che si può dire.
Così va rio destin forte
tiranna gl'innocenti
con danna
così l'oro più fido
di costanza e di fè
lasso convienelo raffini d'ogn'or
fuoco di pene.
Sì, sì, sì, sì penar
deggio che darei sospiri
deggio trarne i respiri.
In aspri guai per eternarmi
il ciel niega mia sorte
al periodo vital
punto di morte.
Voi spirti dannati
ne sete beati
s'ogni eumenide ria
sol' è intenta a crucciar
l'anima mia.
Se sono sparite
le furie di Dite
voi ne gl'elisi eterni
i di trahete
io coverò gl'inferni.
Così avvien a chi tocca
calcar l'orme d'un cieco
alfin trabbocca.

Text Authorship:

  • by Gaudenzio Brunacci (1631 - 1667)

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Que puis-je faire", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

7. Luci belle, deh, ditemi perchè
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Luci belle, deh, ditemi perché
sempre altere e dispietate
vi mostrate
non curando amor e fé.
Formò Fallari tiranno
contro i rei fiero istromento,
pur alfin nell'empio inganno
breve morte era il tormento.
Io solo, ahi lasso, per più cruda sorte
con perpetuo penar provo la morte.
Or voi arbitre siate al mio dolore
se nel regno d'amore
più infelice amator vi sia di me.
Là nel regno de' tormenti
dolce suon d'ismaria cetra
sin da' cerberi frementi
pure alfin pietade impetra;
io, fatto esempio a' sfortunati amanti,
spargo invano sospir, accenti e pianti.
Or dunque al mio pregar sorde e rubelle,
ho da dir, crude stelle,
che nel ciel di beltà pietà non v'è.

Text Authorship:

  • by Gaudenzio Brunacci (1631 - 1667)

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Beaux yeux, oh, dites-moi pourquoi", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

8. Non c'è più fede
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Non c'e più fede,
no no no, non c'è più fede.
Come rea di tradimento,
fu da amor posta al tormento
e un rival morte gli diede.
No no no, non c'è più fede.
Vestitevi a bruno,
pensieri dolenti!
Di pianti e lamenti
è il tempo opportuno;
di doglie ciascuno,
di pene e tormenti
deh facciasi erede!

Text Authorship:

  • by Anonymous / Unidentified Author

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Ce n'est plus de la fidélité", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

9. E pazzo il mio core
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
È pazzo il mio core
se ogn'hor delirante adora
un sembiante ch'è tutto rigore
è pazzo il mio core.
S'adira
sospira
si lagna s'accora
frenetica ogn'hora
nel duolo delira.
Ma s'egli sta in pene
per chi lo disprezza
e ben da catene
e come tallo tien
legato Amore.

È pazzo il mio core.
Hor ride hor s'uccide
piangendo sua sorte
hor brama la morte
hor questa deride
ma s'ei per quel volto
si strugge
nol fugge
a fè ch'egli è stolto
e come tal si crucia in fiero ardore.
È pazzo il mio core.

Text Authorship:

  • by Anonymous / Unidentified Author

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Il est fou, mon cœur", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

10. Tu me ne puoi ben dire
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Ardo ogn'hor mi struggo in pene
idolatro le catene
e adoro la cagion del mio morire.
Tutto è ver ma vo servire.
Tu me ne puoi ben dire.
Senti Lilla inesorabile
mostro di crudeltà
com' io di fedeltà.
Arma'l ciglio e scocca il guardo
piaga'l sen da morte
all'alma t'adorerò
ne muterò
con te fede o costanza
se ben si strugge amor
senza speranza.
Tutto è ver ma vo servire.
Tu me ne puoi ben dire.

Text Authorship:

  • by Anonymous / Unidentified Author

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Tu peux dire ce que tu veux", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Research team for this page: Emily Ezust [Administrator] , Guy Laffaille [Guest Editor]

11. Ferma il piede
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Ferma il piede o traditore.
Non t'avvedi
ch'a miei danni
tess'inganni
per traffiger il mio core.
Ferma il piede o traditore.
Ne gl'avori di quel seno
sta la gioia del mio affetto
se t'accosti in un baleno.
Tu mi rubbi il cor dal petto
dunque tropo m'offendi
se qual Ape pretendi
per mio mal.
Di succhia il mio bel fiore.
Ferma il piede.
Ma se tenti quella bocca
cerchi insieme il tuo perire
poi ch'il ciel fulmini scoccha
contro ogn'un, ch'usa tradire
e più fieri gh'aventa
contro ogni cor, che tenta
d'ingannar chi è legato in man d'Amore.
Ferma il piede.

Text Authorship:

  • by Anonymous / Unidentified Author

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Arrête ton pied", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]

12. Donne belle
 (Sung text)

Language: Italian (Italiano) 
Donne belle e vanità
il dire ch'il core
al male d'amore
rimedio non ha.
Altri ha fede alla speranza
altri al tempo i voti porge
altri pure alfin s'accorge
che non valla lontananza.
Io ch'a prova il fè per pietà
vel dirò il rimedio
d'Amor: è l'incostanza
e credetelo a me, che così sta.
Donne belle.
Non tormenta gelosia
credeltà son crucia il seno
siasi Adone, o sia Bireno
mai dira la sorte è ria.
Tal sempre in libertà
alfin s'accorgerà
che'l doresi d'Amore è una follia
e credetelo a me, che così sta.
Donne belle.

Text Authorship:

  • by Gaudenzio Brunacci (1631 - 1667)

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Available translations, adaptations or excerpts, and transliterations (if applicable):

  • FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Belles dames", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission

Researcher for this page: Guy Laffaille [Guest Editor]
Total word count: 1643
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