Mercè di voi mia fortunata stella Volo in frà beati Chori e coronata d'immortali allori forse detta sarò Saffo novella. Cosi l'impresa faticosa e bella sia felice del Canto e de gl'amori Che s'unisco le voci, I nostri cori non disunisca mai Voglia rubella O che vaga e dolcissima harmonia fanno due alme innamorate e fide che qual che I'una vuol l'altra desia che gioisce al gioir ch'al rider ride ne mai sospiran che'l sospir non sia d'una morte che sana e non uccide.
Il Primo Libro de Madrigali; a due, tre, quattro, e cinque voce
Song Cycle by Barbara Strozzi (1619 - 1677)
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French (Français) — Le premier livre de madrigaux, à deux, trois, quatre et cinq voix (Guy Laffaille)
SERENISSIMA Ho ricevuto in ogni tempo tanti affettuosi aiuti dalla bontà d’uno studioso vasallo dell’Altezza vostra in condurmi all’impiego di questi, e d’altri molti armonici componimenti, che devo di ragione la prima opera, che, come donna, troppo arditamente mando in luce, riverentemente consacrarla all’augustissimo Nome di Vostra Altezza, acciò sotto una Quercia d’oro resti sicura da i fulmini dell’apparecchiata maledicenza. Aiuterammi alquanto la scelta fatta de’ versi lirici, i quali essendo tutti scherzi di colui, che, sin dà fanciulletta, mi hà dato il cognome, e’l buon essere, solleveranno la noia à chiunque non rimanesse interamente sodisfatto delle mal concertate mie cantilene. Ma favoreggiata dall’ambita protezzione di V. A. mi dò à credere, che non haverà chi vilipenda questi miei parti, se giungeranno ad esser veduti in quelle regie mani, & à venir tal volta ascoltati da quelle prudentissime orecchie, che non fanno, se non con Eroica benignità accogliere l’altrui devozione, nella quale professo di non esser’ ultima d’affetto, come non sono a chi che sia inferiore in riverire il gran merito dell’ Altezza vostra. Onde profondamente inchinandomele, prego alle sublimi prerogative del divino ingegno di V. A. ogni più adeguata felicità. Di Venetia li 12 d’Ottobre 1644. Di V. A. Serenissima. Humilissima, e Devotissima Serva. Barbara Strozzi.
1. Sonetto. Proemio dell'opera.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Sonnet. Préambule de l'œuvre", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
2. Canto di Bella Bocca
Che dolce udire una leggiadra Bocca tutta lieta cantar versi d'amore Vaga vezzosa voce con passaggio veloce t'alletta ti circonda anzi tocca e dentro và quasi à baciarti il core che dolce udire una leggiadra Bocca tutta lieta cantar versi d'amore mentre musico labro spiega d'Amore i pregi Altro non dice quel canoro felice che le gioie che senti che i diletti che proui che i tuoi piaceri nuovi i tuoi vecchi contenti Dillo ò mio core che dolce udir una leggiadra Bocca tutta lieta cantar Versi d'Amore Quell'aura armonizzata Da una Gorga canora ti ravviva e ristora ti fà l'Alma beata folle sei se non godi e non cominci qua giù ristretto in un caduco velo Tirsi à gustar le melodie del Cielo
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Chant de la belle bouche", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
3. Consiglio Amoroso
O soffrire, ò fuggire O Tacer sempre mà con lieto sembiante l'offeso deve e mal gradito Amante Pianti, Lamenti, Dimostranze acerbe non faranno cangiar costumi ò tempre à Tiranne superbe onde conuiene in tante amare pene ò soffrirle ò fuggirle ò tacer sempre ma di che ci dogliam ch'un Incostante ci sprezzi e ci abbandoni Ah frena l'ire, Placati incauto Amante Ah soffri e taci e se vuoi Donna instabile punire Puniscila coi Doni castigala coi baci
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Conseil amoureux", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
4. Le Tre Gratie à Venere
Bella madre d'amore anco non ti ramembra che nuda havesti di bellezze il grido In sul Troiano lido dal giudice Pastore onde se nuda piaci in sin à gl'occhi de Bifolchi Idei vanarella che sei Perche vuoi tu con tanti adobbi e tanti ricoprirti a gl'Amanti O vesti le tue Gratie e i nudi Amori ò getta ancor tu fuori gl'Arnesi I manti e i Veli Di quelle care membra nulla si celi Tu ridi e non rispondi Ah tu le copri si tu le nascondi Che sai ch'inuoglia più che più s'apprezza la negata bellezza.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Les trois Grâces à Vénus", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
- SPA Spanish (Español) (Susana Martin Dudoignon) , "Las tres gracias de Venus", copyright © 2021, (re)printed on this website with kind permission
5. L'Usignuolo. Donzella Ateniese sforzata dal Re di Traci
Quel misero Usignuolo spiega la pompa de' canori accenti e racconta il suo duolo al fonte al Prato alla foresta, A i venti Piange l'ingiurie Filomena e i torti d'vn Trace ingannatore e non canta d'Amore ma con l'irata lingua ricorda al Ciel che i traditori estingua Chi crederia che voce cara e soave tanto muovan gli sdegni al canto noi pur, ò belle avare allor ch'al nostro ossequioso affetto son le mercedi rare Più di rabbia cantiam che per diletto.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Le rossignol. Une demoiselle athénienne forcée par le roi de Thrace.", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
6. Silentio nocivo
Dolcissimi respiri de nostri cori amanti Son le parole affetuose, E i canti. Sfoga o mio core Il tuo cocente ardore Se tal hor non ti tocca, Nodrirti almen Di due soavi baci Afflitissima bocca Stolta sei se tu taci Parla, canta, respira E sana il duolo Canta, che solo Dolcissimi respiri De nostri cori amanti Son le parole affetuose, E i canti.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Silence nuisible", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
7. L'Affetto humano
Vago Instabil Leggiero è il nostro affetto si cangiano i desir cangiando gl'anni Che di quel che fanciul tanto t'affanni superbetto Garzon non hai diletto Di Colei che sì dolce hor m'arde il petto la più matura età scuopre gl'inganni ma gl'andati piacer Vecchio condanni ch'à lasciar i piacer ti vedi astretto Così col tempo andiam di voglie in voglie Gioco Vezzi Delitie Amori e studi son finti scherzi e mascherate doglie e la sorte chiamando e i cieli crudi caduchi più de le caduche foglie nudi venghiamo e ce n'andiamo ignudi.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Émotion humaine", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
8. Dialogo in partenza
Anima del mio core Tu parti - lo parto. e prenderatti oh Dio dimmi un picciolo oblio giamai del nostro amore? fonte della mia vita tu resti - io resto. e dubitar potrai in si dura partita della mia fede mai (à 2:) nò nò la nostra gelosia si spenga si si rasciuga quei begli occhi mesti e dove andar potrò che tu non venga doue restar potrò che tu non resti (à 2:) s'hanno la stanza usata i nostri cuor cangiata mentre parto oh mio bene il mio qui resta e'l mio teco sen viene mentre resto oh mia speme il tuo qui resta el tuo meco sen viene.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Dialogue lors de la séparation", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
9. Godere, e tacere
Giosca al gioir nostro E l'aura e l'onda Scherzin tra l'erbe e i fiori I lascivetti Amori A nostri dolci canti Eccho risponde In questo lieto e fortunato giorno Volin le Grazie intorno vengan sul labbro i cori E s'annodino l'alme Al suon de' baci Ah, non dir più Mia lingua, taci.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Jouir et se taire", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
10. Libertà
Non ci lusinghi più con la tua dolce spene vezzosa seruitù libertà non più catene Dunqu'era il mio bene Dunqu'era il mio core una donna infedel priva d'Amore oh stolido errore per breve gioire corteggiar pene e vagheggiar martire oh basso desire oh alto arrischiato chi gode nell'inferno esser dannato Non ci lusinghi più con la tua dolce spene vezzosa seruitù libertà non più catene.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Liberté", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
11. Con le belle non ci vuol fretta
Mi tien Filli sin qui ne ben detto di nò ne ben detto di sì Amore eh che farò aspetto ò lascio Amor non mi risponde ma mi dice la speme Aspetta con le belle a goder non ci vuol fretta vien' il bene tal'hor ne si sà donde Non sai tù che consola L'amante di molt' anni un hora sola.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Avec les belles il ne faut pas être pressé", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
12. Godere in Gioventù
Nel bel fior di gioventù alle gioie aprire il seno Donzellette e gran virtù chi tardi cominciò gode assai meno Scherniti pentimenti che per comprar contenti non hà spaccio poi molto l'argento d'vn capel l'oro d'un volto Nel bel fior di gioventù alle gioie aprire il seno Donzellette e gran virtù è d'un corto mattin breve il sereno Bellezze fuggitive estinte pria che vive in van l'arte v'aiuta non si racquista più beltà perduta Nel bel fior di giouentù alle gioie aprire il seno Donzellette e gran virtù.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Réjouissez-vous dans votre jeunesse", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
13. L'amante Modesto
Volano frettolosi i giorni e presto un secolo sarà ch'io t'amo o Clori ne de' miei lunghi ossequiosi amori un picciol guiderdone anco ti ho chiesto Amante son ma candido e modesto voglio che taciturno il cor t'adori e voglio disfogar gl'interni ardori col muto fiato d'un sospir honesto Godati chi di me più fortunato nacque ai diletti impuri a me sol basta saper dalla mia Clori esser amato cosi mai non guerreggia e non contrasta rivalità diverso è il nostro stato egli t'ama impudica io t'amo casta.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "L'amant modeste", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
14. Il contrasto de' cinque Sensi
Chi di noi vaglia più e di gioia maggior ministro sia fiera lite ogn'or fù io miro lo sento io gusto lo fiuto io tocco e nella donna mia tal'hor anco merce d'un picciol bacio tutto trabocco tocca pur quanto sai che nel sol tocco Amore il verace gioir non pose mai ne sia giudice il cor mesto e languente ohimè senti ch'il cor dentro ci dice ch'un sol bacio ch'è niente il fà felice.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Le conflit des cinq sens", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
15. Priego ad Amore
Pietosissimo Amore tu mai non abbandoni chi ti consacra riverente il core chi cieco ti figura chi nudo chi bendato chi di saette armato non provò tua dolcissima natura morir ne morir mai languir ma per un poco e gloria del tuo foce Vieni deh vieni à noi vieni gioia dell'alme spargi spargi benigno i doni tuoi e d'un cortese affetto alla Barbara mia feconda il petto.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Prière à l'amour", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
16. Gli Amanti Falliti
Amor, Amor noi ricorriamo a te supplicheuoli auanti senza credito, ò fè falliti amanti se di forze ci spoglia graue cadente età s'andiam ogni hora in giù se non potiamo più la tua pietà ci toglia da dura seruitù Amor amor noi ricorriamo à te s'à noi manca Ogni splendida richezza se miseri e dolenti d'ogni nostra bellezza miriamo i fior languenti e se non ritroviam chi più ci guardi frena Amor i tuoi dardi non bersagliar in vano ch'il dar morte à mancheuoli sarebbe scorno della tua mano.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Les amants qui ont échoué", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
17. La Quaglia. Sonetto burlesco
Lascia di Libia il ciel l'ardita Quaglia e rivarcato il procelloso Egeo Invan cercando il suo crudel marmeo qui nel foco d'Amor tutta se squaglia Mentre sonora più la voce scaglia contro l'amante fuggitivo e reo par che mi desti un impeto Febeo e à dir contro di voi l'ira m'assaglia ecco vanno del pari i nostri affanni s'ella il capo dibatte il mio piè trotta si pasce ella di migli lo di mal' anni squaqquera spesso & io sospiro ogn'hotta le penne ha sconcie & io squarciati i panni ell'adora vn marmeo io vna marmotta.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "La caille. Sonnet burlesque", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
18. Al battitor di bronzo della sua crudelissima Dama
Qvante volte ti bacio ò bronzo amato nuntio importun di malgraditi amori c'hanno i miei baci in si cocenti ardori il segno delle labbra in te lasciato Quante volte di lagrime bagnato testimonio ti fò de' miei dolori Quando escluso e deluso errar di fuori l'ira mi fà d'un Demone adorato Quanti la notte el dì teco ritorno sdegnato à replicar colpi gelosi con tuo danno altrui riso e nostro scorno ma tu perdona a gli impeti amorosi che spero al fin che vendicate vn giorno vedrò l'ingurie mie ne' tuoi riposi.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Au heurtoir de bronze de sa très cruelle dame", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
19. Pace arrabiata
Come può non come suol quell'altero chiede pace pace vuol Grida il fiero ad Amor e non à te curvo il collo e bacio il piè Replicò Fillide allor servime che servi amor tù non conosci ò stolto che Vicario d'Amor fatto è il mio volto come può non come suol quell'altero chiede pace pace vuol. Privileggio ha beltà guerra e pace bella donna e rompe e fà ecco tace Quell'ardente e che può dir? se non fingere e soffrir? quell'altier che la sprezzò fintamente l'inchinò si vede ben ch'allora quel che bestemmia il cor la lingua adora Privileggio ha beltà guerra e pace bella donna e rompe e fà.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Paix en colère", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
20. Vecchio amante che rende la piazza
Io cedo Amor io cedo all'ingurie de gl'anni congiurate a miei danni l'armi del tempo io vedo io cedo amor lo cedo Acciò la resa mia senza gloria non sia pria ch'estinto io mi veggia Amor per me patteggia La rocca del mio core tutte ha perdute homai le diffese di fuore A i balconi del volto l'uso del lume e tolto Di mia bocca son state le macchine atterrate ogni duro si scuote e per la breccia di rugose gote l'ultimo assalto apparecchiato io vedo io cedo Amor io cedo pria ch'estinto io mi veggia Amor per me patteggia Il miccio del desire voglio primieramente resti acceso all'uscire la speme porti almeno poco bagaglio in seno Al mio coraggio tocca sortir con palla in bocca e portar di ragione vuol la memoria vn picciolo cannone che la memoria sol meco mi vedo io cedo Amor io cedo pria ch'estinto io mi veggia Amor per me patteggia ancor sara dovere marchiar in ordinanza e spiegate bandiere per dovunque si passa trombeggiar batter cassa ove condurmi io voglio c'h'abbia un fido convoglio parla chiaro e che basti che non sorghino in fin nuovi contrasti perch'il nemico cavilloso io vedo io cedo Amor io cedo all'ingurie de gl'anni congiurate a miei danni l'armi del tempo io vedo io cedo amor io cedo.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Le vieil amant qui cède la place", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
21. Dal pianto de gli Amanti scherniti s'imparò à far la carta
Mordeva un bianco lino Aci dolente e come è l'uso de' scherniti Amanti alla sua bella schernitrice avanti di maltrattar godea tela innocente ma quel ch'irato lacerava il dente non mai restavan d'ammollire i pianti che trito homai da tanti morsi e tanti Liquido il rese al fin l'occhio gemente Tela non sembra più ma foglie sparte onde tu prima c'insegnasti Amore col fiero esempio à fabbricar le carte se nacque già dal feminil rigore d'una Donna crudel si nobil arte che produrrà la cortesia d'un core.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "D'un pleur un amant dédaigné apprit à faire le papier", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
22. Il Ritorno
E tornato il mio bene Hai rihavuto il core Son uscita di pene (à 2:) m'hà (t'hà) ravviuata Amore Al gioir non più parole e tornato il mio (tuo) ben vene il mio (tuo) sole. Oh Beato ritorno Hai quel che brami in seno O soave soggiorno (à 2:) son (sei) consolata appieno Al gioir non più Lamenti quand'ho (mentr'hai) le gioie in sen lieti hò (hai) gli accenti. Oh risorte venture O stabiliti honori O dolcezze sicure (à 2:) O confermati Amori Al gioir non più Querele il raggio del mio (tuo) sol raggio è fedele.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Le retour", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
23. La Vittoria
Il gran Giove non si gloria d'altre belle esser amante Gode solo Dio costante Quando in seno e di Vittoria. La Vittoria d'un bel Rovere Al suo Giove adorna il crine Nel cui verde in aure e brine Già la gloria venne à piovere. Nacque già nobil primitia Già gli rese il ciel fecondi Ma d'Etruria anco i sei mondi D'alti Eroi voglion douitia.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Vittoria", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
24. L'Amante Timido eccitato
T'invito à godere mio core e paventi? Avezzo ai tormenti io sdegno il piacere Ardisci e godrai (à 2:) chi non s'arrischia non gioisce mai. Il bene hai presente mio cor che tu brami? À gioie tu chiami chi gioie non sente Ardisci e godrai (à 2:) chi non s'arrischia non gioisce mai. L'inuito ti piace mio cor ne ti affretti? Vò pian coi diletti ch'il bene e fallace Ardisci e godrai (à 2:) chi non s'arrischia non gioisce mai.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "L'amant timide excité", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission
25. Conclusione dell'opera
Voi sete ò begli occhi le stelle che scorto col vostro bel raggio nel primo viaggio m'hauete à buon porto oh Dio che mi tocchi di mirti e d'allori il crine adornato che premio è più grato de gli ostri e de gli ori ed ecco il primo voto appendo al Tempio d'un nuovo e forse non creduto esempio A un lampo sereno che splende cotanto è forza che belle sien l'arie novelle nel regno del canto oh Dio che ripieno di sconcia armonia havete l'orecchio ond'io v'apparecchio miglior melodia e à chi gli studi miei creder non giova mando querela e lo disfido à prova.
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- by Giulio Strozzi (1583 - 1660)
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- FRE French (Français) (Guy Laffaille) , "Conclusion de l'œuvre", copyright © 2017, (re)printed on this website with kind permission